Ryanair-Birgi e la fine di un incubo.
Per
me è stato motivo di grande soddisfazione apprendere che il dott.
Messineo, commissario del comune di Trapani, ha dichiarato
ufficialmente l'indisponibilità dell'amministrazione a rinnovare
l'accordo di co-marketing con Ryanair
per l'aeroporto di Birgi.
Alcuni giornalisti lacchè della classe dirigente al potere
hanno già
gridato allo scandalo,
parlano della fine di un sogno.
Un
incubo che infesta, ormai da troppo tempo, le nostre tasche, che si
sono viste saccheggiate per decine e decine di milioni di euro a
causa di questo scellerato accordo. Un obbrobrio giuridico ed
economico.
Ma
chi sono quelli che l'hanno voluto, il co-marketing?
L'Airgest,
la società che gestisce l'aeroporto. L'Airgest è di proprietà, per
il 49%, di privati, per il 2% della Camera di Commercio, e per il 49%
del socio di maggioranza, la Regione Siciliana. Di qui una gestione
“politica” di un'intrapresa economica, che sappiamo tutti cosa
vuol dire: fare impresa con i soldi dei contribuenti. La società
accumula decine di milioni di euro di debiti? Niente paura! Paga Pantalone,cioè
tu, che stai leggendo. Sedici milioni di debiti della sua "creatura"
ha ripianato quest'anno la Regione Siciliana. Naturalmente l'hanno
voluto, e lo vogliono ancora, tutti gli operatori commerciali e
turistici del territorio, le aziende che curano i collegamenti e i
servizi dell'aeroporto. Tanto è gratis per loro. Paghiamo noi.
Gucciardi, deputato di Trapani che ha piazzato uno dei suoi nel consiglio d'amministrazione dell'Airgest, e Crocetta, fautori e responsabili dell'accordo con Ryanair. |
Pace, presidente Camera di commercio Trapani |
Tutti
costoro sostengono che questa politica di spreco del denaro pubblico
è
comunque "premiante". Ma, allora, se è così conveniente
per il ritorno economico che si ha, perché non pagano loro, come
dovrebbero fare i veri imprenditori, rischiando in proprio e
godendone i benefici. Perché non rinunciano al paracadute
governativo? Ma no! Si sa che da noi vige un sistema economico da
Vecchia Unione Sovietica. Se lo stato mi paga faccio impresa sennò
chi me lo fa fare di rischiare il mio.
Questi
ICA (imprenditori col culo degli altri), in tutti questi anni, sui
mezzi informativi che "possiedono" hanno sempre
sguinzagliato i loro lacchè (fanno finta di essere giornalisti) per
diffondere e instillare nell'opinione pubblica l'idea, falsa, che
Birgi sia cosa buona e giusta, facendo leva su motivi di campanile
(perché Palermo sì e Trapani no?) e su motivi di spicciola comodità
(chi non vorrebbe l'aeroporto sotto casa?).
Ne
vedrete in questi giorni di articolesse di sciocchi servi che
grideranno allo scandalo di una decisione di un Commissario che in
quanto tale "non può davvero avere a cuore le sorti di una
città, a differenza di un sindaco eletto". Ci saranno quelli
che si rammaricheranno per "la fine di un sogno".
Sciocchezze.
Vogliono
ripristinare le clientele e un modo di fare politica che si è
dimostrato, negli anni, criminale per le casse pubbliche.
Un
discorso a parte meritano quelli che, pur coinvolti in questa grande
truffa, non solo non hanno colpe, ma sono vittime a tutti gli effetti
dei nostri indegni amministratori: gli operai, gli impiegati
dell'aeroporto e delle ditte di servizi che sono stati trascinati in
questa avventura che non poteva che finire così. Si dovrebbero
costringere in un qualsiasi modo i responsabili del disastro non solo
a ridare a noi contribuenti (anche noi vittime incolpevoli) i soldi
che c'è costato Birgi, ma anche a trovare un'altra occupazione ai
poveri cristi che si ritroveranno in mezzo alla strada per la ormai
probabile chiusura dell'aeroporto.
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