Il diritto alla critica noi cittadini lo paghiamo con le tasse

 






Mi piace ironizzare su quello che dicono o fanno, pubblicamente, i protagonisti politici, in questo caso i candidati alle prossime locali. Mi tocca ripeterlo sempre a scanso di equivoci, non c'è niente di personale nella mia ironia o nelle mie critiche. 



Ora, io capisco che con tutti questi candidati in lizza ci sono pochi che non hanno un parente o un amico che corre, come dicono gli americani. 

Quindi capisco che c'è un po' di fibrillazione e polarizzazione che porta molti a  risentirsi per le mie critiche o facezie. Vi prego di non prenderla sul personale. 

Io non porto l'acqua al mulino di nessuno. Mi sento e mi comporto da spettatore. Non ho parenti o amici per cui mi senta costretto a votare ed eventuali amici non lo pretenderebbero perché sanno che sono libero.


Certo, invece di "criticare" sempre, come molti mi rimproverano, potrei tessere le lodi di ciò che vale. Ma io sono mosso alle critiche solo da ciò che non mi piace o mi colpisce.  E si può dire senza temere di sbagliare che nella nostra politica, soprattutto locale non ci sia molto che vale. E spesso quello che vale  non si distingue nella accozzaglia di scartine tra cui sceglie di confondersi.



Quelli che, con poca testa, dicono "L'importante è fare!" (anche fare male?), "Chi non fa critica" o "Quelli che criticano non fanno né lasciano fare", queste persone superficiali partono dall'assunto che chi critica "non fa" ed è meglio fare che criticare. 


Ora, premettendo che c'è un fondo di verità in ognuna delle affermazioni precedenti e che, in effetti, esiste la critica inutile, fine a se stessa, gratuita di persone negative e pigre, si può affermare che chi critica in maniera argomentata, va da sé, "fa" un lavoro essenziale per il continuo miglioramento di ciò che si critica.


 


Il critico, cinematografico, d'arte, l'opinionista politico o anche il piccolo bastian contrario locale come me svolgono un ruolo che è riconosciuto come il sale della democrazia e della cultura in generale.

Senza contare che ognuno "fa" a modo suo, chi l'insegnante, chi il medico, chi il politico. E ognuno, nel tempo libero dal "fare", critica. 

Il politico è il mestiere tra i più corrotti che esistano. Per questo criticare è non solo giusto ma di vitale importanza. Criticare è avere consapevolezza, è pensare, è avere un'idea, è stimolare. 

D'altronde il diritto alla critica noi cittadini lo paghiamo con le tasse. E siamo liberi di tifare pro e contro, di protestare o fischiare l'arbitro. 

Una ragazza, sensibile ed empatica, si era risentita per le critiche da me rivolte al corteo del principe. Perché, si chiedeva, ferire e non tener conto delle persone che con entusiasmo e buona volontà si impegnano per la riuscita del corteo. Un pensiero delicato e gentile che però non c'entra alcunché con le mie critiche che sono rivolte al concetto sia di "Corteo storico" (dubito dell'accuratezza della ricostruzione e della "Moda del Quattrocento e Cinquecento") che alla contaminazione blasfema del corteo di Santa Rita che meriterebbe un corteo tutto suo. 




Quei volontari, che apprezzano e si divertono a "giocare" al carnevale hanno tutta la mia solidarietà e ammirazione. Ma loro sono manodopera inconsapevole di un'idea di cultura che io sono libero di criticare.

Voi che in questo momento siete nell'eccitazione del momento preelettorale - per molti è in palio il "posto" tanto agognato - rilassatevi e fate pure la vostra campagna che io faccio la mia. Limitatevi a godere quando parlo male dei vostri avversari e tacete o rispondete nel merito quando parlo di voi.


Sul corteo di Santa Rita seguite il link.

La bestemmia sfila in corteo


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