Bimba musulmana adottata da famiglia cristiana.
La notizia, che viene dal Regno Unito, è che una famiglia musulmana, a cui era stata affidata una bambina cristiana tolta ai suoi genitori, voleva farla crescere, inaudito, secondo la loro propria cultura, musulmana naturalmente.
Io proprio me l'immagino una famiglia cristiana che adotta un bimba musulmana.
Sono sicuro che la sua principale preoccupazione sarebbe di garantire alla bimba la continuità culturale,
consentendole di continuare a essere musulmana, di rispettare
le sue abitudini e regole: mai carne di maiale,
niente asparagi, rispetto del ramadan,
e almeno una volta nella vita portarla alla Mecca.
Come no!!! Sicuro. I cattolici non sono mica
come quei selvaggi?
Nessuno nota che la bimba è stata tolta alla famiglia "cristiana" di origine, che quindi, forse, non doveva essere granché meglio delle famiglie musulmane a cui sono state affidate. Dico "forse" perché i servizi per l'infanzia, in Inghilterra come in America, sono molto criticati per allontanare i bambini dalle famiglie originarie sulla base di criteri i più disparati e spesso infondati e fanno scelte, prendono decisioni assolutamente discutibili.
È però sbagliato prendersela con la famiglia affidataria che, quando adotta una bambina, si aspetta, legittimamente, di crescerla come gli altri figli e con il proprio modo.
Come se la colpa fosse delle famiglie e non,
invece, dei servizi sociali, un istituto utile ma delicatissimo.
Di fatto spesso viene gestito e affidato
a psicologi e assistenti sociali senza una adeguata preparazione,
volenterosi ragazzi che in tre-quattro anni
dovrebbero essere in grado di padroneggiare le dinamiche
sociali e quelle ancor più misteriose
della mente, quando uno che vuole occuparsi del cuore
deve studiare dieci anni
e un pianista altrettanti. Purtroppo l'invadenza e
l'inadeguatezza dei servizi sociali
non è un problema esclusivo dell'Italia,
ma si riscontra tale e quale, persino più grave,
anche in America (USA) e Europa.
In questo specifico caso la colpa è da addossarsi
esclusivamente ai servizi sociali,
che avrebbero dovuto, come peraltro espressamente
previsto dalle leggi inglesi in materia, tenere conto,
nella scelta della famiglia affidataria, della religione,
del background linguistico e culturale e della razza.
Io proprio me l'immagino una famiglia cristiana che adotta un bimba musulmana.
Sono sicuro che la sua principale preoccupazione sarebbe di garantire alla bimba la continuità culturale,
consentendole di continuare a essere musulmana, di rispettare
le sue abitudini e regole: mai carne di maiale,
niente asparagi, rispetto del ramadan,
e almeno una volta nella vita portarla alla Mecca.
Come no!!! Sicuro. I cattolici non sono mica
come quei selvaggi?
Nessuno nota che la bimba è stata tolta alla famiglia "cristiana" di origine, che quindi, forse, non doveva essere granché meglio delle famiglie musulmane a cui sono state affidate. Dico "forse" perché i servizi per l'infanzia, in Inghilterra come in America, sono molto criticati per allontanare i bambini dalle famiglie originarie sulla base di criteri i più disparati e spesso infondati e fanno scelte, prendono decisioni assolutamente discutibili.
È però sbagliato prendersela con la famiglia affidataria che, quando adotta una bambina, si aspetta, legittimamente, di crescerla come gli altri figli e con il proprio modo.
Come se la colpa fosse delle famiglie e non,
invece, dei servizi sociali, un istituto utile ma delicatissimo.
Di fatto spesso viene gestito e affidato
a psicologi e assistenti sociali senza una adeguata preparazione,
volenterosi ragazzi che in tre-quattro anni
dovrebbero essere in grado di padroneggiare le dinamiche
sociali e quelle ancor più misteriose
della mente, quando uno che vuole occuparsi del cuore
deve studiare dieci anni
e un pianista altrettanti. Purtroppo l'invadenza e
l'inadeguatezza dei servizi sociali
non è un problema esclusivo dell'Italia,
ma si riscontra tale e quale, persino più grave,
anche in America (USA) e Europa.
In questo specifico caso la colpa è da addossarsi
esclusivamente ai servizi sociali,
che avrebbero dovuto, come peraltro espressamente
previsto dalle leggi inglesi in materia, tenere conto,
nella scelta della famiglia affidataria, della religione,
del background linguistico e culturale e della razza.
Giornali e televisioni potrebbero descrivere i fatti così per come si presentano e darne una lettura costruttiva ma non lo fanno, non lo fanno perché se fanno così hanno pochi lettori o spettatori che siano.
RispondiEliminaPer aumentare il numero di lettori rimarcano l'aspetto fazioso più deleterio e lo eleggono ad argomento, costruiscono ad arte il pezzo aggiungendo odio, razzismo e inciviltà.
Non tutta la gente comprende queste ovvietà, ammaliata dal clamore e terrorizzata dalla paura rimane cieca e sorda, ma non muta, e rifiuta il ragionamento.
All'opposto, dalle nostre parti la gente non è cieca ne sorda ma preferisce mantenersi muta, ..... questioni di convenienza.
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