"..quando scrivo oltre ad essere imparziale sono molto obiettiva e scrivo ciò che vedo senza lasciarmi influenzare da nessuno." Parte Seconda
Oriana Fallaci a Città del Messico, 15 ottobre 1968 |
Mi è capitato di ironizzare e fare del sarcasmo su un'affermazione da wonderwoman di una "giornalista" che sostiene: "..quando scrivo oltre ad essere imparziale sono molto obiettiva e scrivo ciò che vedo senza lasciarmi influenzare da nessuno."
Ora, dato che la descrizione dei fatti è una cosa molto meno semplice di quello che, a prima vista, appare agli ingenui, essendo i fatti per loro natura complessi, e dipendendo la loro descrizione dal punto di vista che occupiamo ne discende che solo una
wonderwoman o un essere superiore che sia ovunque e possa assumere tutti i punti di vista insieme (Dio?) può vedere un fatto in maniera obiettiva! Questo il mio punto di vista da cui sgorga l'ironia. Non ho mai sentito una persona di cui avessi stima affermare di essere obiettiva. Come se l'obiettività potesse appartenere ai "soggetti" che solo "soggettività" possono esprimere. Basterebbe interrogarsi, come solo sa fare un adolescente che fa seriamente il suo mestiere di Indiana Jones della vita, porsi le domande della vita e chiedersi il significato di parole difficili come obiettività. Non è necessario tuffarsi in trattati e dibattiti sulla vecchia questione dell'obiettività nel giornalismo. Delle semplici riflessioni da adolescenti basterebbero. Nessun adolescente affermerebbe "Sono obiettivo e imparziale"! Direbbe semmai "Sono obiettivo" oppure "Sono imparziale". Peccherebbe ugualmente di presunzione, ma, almeno, eviterebbe una sovrabbondanza di comunicazione. "Io non sono solo furbo, ma anche molto astuto". Poi, "Sono molto obiettiva" è analogo a dire "Sono molto incinta". Lo si è o non lo si è!
Certo, diverso è il discorso dell'obiettività come metodo di lavoro, cercare cioè di fornire tutti i dati di cui si è a conoscenza sul fatto che si vuole trattare. L'obiettività come faro, irraggiungibile, che, però, ci guidi alla formulazione del nostro "giudizio" soggettivo. Ma non è assolutamente questo il caso.
L'obiettività è come la fotografia analogica e la nostra soggettività è digitale. Un fatto possiamo guardarlo attentamente ma mai riusciremo a cogliere e riprodurre tutti gli infiniti pixel (puntini del fatto come foto) che lo caratterizzano. Siamo costretti a selezionarne un certo numero. Più pixel cogliamo più ci avviciniamo alla realtà, ma mai potremo uguagliare la completezza (l'infinito) di una foto analogica. Possiamo solo cercare di essere più o meno relativamente fedeli ai fatti.
Questa è l'opinione di una delle più grandi giornaliste di tutti i tempi, grande anche quando scriveva cose opinabili.
Sono giornalisti! In teoria padroneggiare e usare le parole per spiegare e raccontare dovrebbe essere il loro mestiere. Potrebbero rispondere con altrettanta ironia, o come credono, per demolire il mio sarcasmo e la mia idea, la mia opinione.
No! La prima e l'unica cosa a cui pensano è la denuncia per diffamazione. Menti eleganti e aperte! Tira aria di delazione a Cvetrano, d'altronde! La cosa che sfugge loro è che la diffamazione se la fanno da sé dicendo queste cose incredibili che ledono, appunto, la loro credibilità!!
Continuano, da quelle parti, affermando che "purtroppo Facebook è uno strumento che ha dato voce anche alle persone che meritano la museruola". Sarei io. Questo il loro concetto di democrazia: denuncia e museruola per chi non la pensa come loro.. Rispondere sul tema no? Figurarsi!
P.S. Il pezzo ironico che ha suscitato pruriti di denuncia
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