Ridateci gli ambulanti. Piazza Dante è diventata bruttissima senza gli "indecorosi" ambulanti.
Ridateci gli ambulanti. Piazza Dante è diventata bruttissima senza gli "indecorosi" ambulanti.
Facile deliberare contro i poveri venditori di qualedda e scuparini. Salvo vedersi recapitare una minchia finta davanti al Comando dei vigili, che poverini eseguono gli ordini e, la minchia, dovrebbero inoltrarla all'amministrazione.
I grandi commercianti che non pagano tasse non vengono sgomberati.
Facile deliberare contro i poveri venditori di qualedda e scuparini. Salvo vedersi recapitare una minchia finta davanti al Comando dei vigili, che poverini eseguono gli ordini e, la minchia, dovrebbero inoltrarla all'amministrazione.
I grandi commercianti che non pagano tasse non vengono sgomberati.
Bartolomeo
La Croce: "Finiamola, vi prego con il buonismo e il romanticismo
di maniera. Piazza Dante è indecorosa per la cattiva educazione
civica dei Castelvetranesi, per la presenza di ambulanti più o meno
regolari, per infelici concessioni di spazi pubblici sui quali
incidono orribili prefabbricati commerciali che, tutti, creano
sporcizia e disdoro ambientale in pieno centro urbano. Non
dimentichiamo che Piazza Dante è l'ingresso al centro storico della
Città e che è sede di una scuola elementare."
Sono
d'accordo per i prefabbricati (baracche) commerciali di Piazza Dante.
Ma non, certamente, per gli ambulanti.
Vorrei
capire davvero, e mi sforzo, in che cosa consiste il disdoro che
portano gli ambulanti? Com'è strana la mente? Dove uno vede disdoro
un altro ammira decoro e dignità.
Cosa
c'è di più dignitoso di una panchetta, comunque messa su, che
espone dei mazzetti di nostrani asparagi selvatici appena raccolti.
Che cosa c'è di più decoroso di un "trerruote" colmo di
qualedda? E non è forse il massimo del "green" un'ape
piena di broccoletti e meloni gialli? Volete dirmi che non c'è
qualcosa di poetico persino nel cofano alzato di una panda che espone
la povera mercanzia fatta di qualche mazzo di zalache e burranie e
qualche chilo di mele cotogne?
In
quale Lidl potreste trovare un mazzo di finocchietto selvatico per la
pasta a tianu o dei gelsi bianchi o neri o rossi? In quale Conad ci
si può procurare un po' di "zorbi" o degli "azzalori"?
Chiedereste
la licenza o la partita IVA a chi vende un cesto di "caccamu"
magari con le cannucce per lanciarne gli ossi? Chiedereste a chi,
dopo una pioggia, va a raccogliere qualche chilo di babbaluci e
muntuna e cincurana se è in regola per vendere la sua misera
mercanzia? Chissenefrega se quel signore, sempre provvisto, nel suo
trerruote, di babbaluceddi, qualedda, capperi, e finocchietto
selvatico non ha la licenza e non è iscritto alla camera di
commercio?
Non
m'importa proprio niente se quel signore attempato, che espone attorno
al suo Fiorino le cannare, le sue scope di "curina" e i
cesti intrecciati di vimini e olivi o le sue panchette di ferla, non
è in regola. Non esistono solo le regole amministrative. Ci sono
anche quelle della dignità nell'autosufficienza.
Io
gli darei non solo la licenza gratis ma anche l'esenzione da
qualsiasi obbligo fiscale per meriti speciali. Sono i guardiani e
perpetuatori della diversità biologica del nostro territorio. Una
medaglia
meriterebbero questi custodi delle tradizioni
alimentari del nostro territorio. Come potremmo mangiarla la
salsiccia con la qualedda saltata in un po' di soffritto d'aglio se
rimanesse solo "Paghipoco"? E li babbaluceddi a
picchipacchi se rimanesse solo Lidl? Gli darei l'esenzione fiscale
totale ai raccoglitori e venditori di "essenze" spontanee.
Libertà di zalachi e qualedda! Li fornirei anzi, gratuitamente, di un triciclo standard a guisa di carrettino siciliano dipinto a mano recante il simbolo del comune. Se, a Castelvetrano, non fossimo
abituati male con la qualedda, anche la qualiddazza e la cardedda
(tarassaco) sono buone da mangiare e potrebbero arricchire la mercanzia del triciclo.
Anche
con i commissari si erano avuti tentativi di colpire questi
incolpevoli cittadini che, invece di delinquere o chiedere il reddito
di cittadinanza, si arrabbattano come possono.
Sono
le grandi imprese commerciali che devono essere tenute sotto
controllo. Sono soprattutto loro che hanno ridotto il comune nello
stato di dissesto in cui versa accuratamente evitando di pagare le
tasse. Ma li non è facile come in piazza Dante! E anche in Piazza
Dante più in alto degli ambulanti non si va. Se la ragione dello
sgombero degli ambulanti è il traffico, be', hanno sbagliato il
colpevole. I veri ingorghi (anche se non sono mai gravi) si formano,
non lungo il fronte della villa Falcone dove solevano mettersi gli
ambulanti, ma proprio nella piazza Dante a causa di diverse e
fiorenti attività commerciali: un panificio molto frequentato,
pescivendoli, un supermercato molto attivo, un ufficio postale
privato, una scuola elementare e un fruttivendolo che da solo occupa
trecento metri quadri di demanio pubblico. Stessa cosa in piazza
rosolino pilo. Non si capisce perchè queste attività non possano
esercitarsi al chiuso di un locale di proprietà o in affitto. Gli
hanno dato intere piazze in concessione.
Non
mi sembra un motivo valido l'affermazione che "ambulanti più o
meno regolari e orribili attività commerciali creano sporcizia e
disdoro ambientale in pieno centro urbano".
Disdoro
no, forse sporcizia. Cu mancia fa muddichi. A Parigi certe "vie
commerciali" (dei veri e propri suk della capitale europea) a
sera diventano sporchissime, ma, niente paura siamo francesi, da
sotto il marciapiedi si aprono grossi bocchettoni d'acqua che,
scorrendo lungo tutta la via consente, agli stessi commercianti di
pulire "ad acqua grande" la strada. Non ci laviamo, forse,
ogni giorno perché ogni giorno ci sporchiamo?
No! È che sono allergico alle ipocrisie di chi vede
disdoro nella difficoltà di vivere e pensa al decoro, non come
fatica e sudore quotidiano, ma come un tappeto sopra la polvere.
Poi,
quanto al buonismo, ho lavorato tutta la vita per essere un buonista
come si deve, mi sono impegnato, me lo sono sudato il mio buonismo e
non permetterò a nessuno di privarmene.
Viva il buonismo, abbasso il
cattivismo!
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