Da un'ammucchiata, M5S, a una orgia multipartitica, per il "bene della città".


 

Non è forse nato così il grillismo? Mettiamoci tutti insieme, quelli scontenti, non importa se fascisti, comunisti, forzitalioti, delusi Piddini, democristiani. Che c'entra la politica o l'ideologia con la lotta e l'eliminazione della corruzione del sistema? 

Tutti vogliamo che il sistema funzioni correttamente e, allora, tutti insieme appassionatamente, apriamola questa scatola di tonno che è il sistema. Erano tutti d'accordo e fallirono ugualmente. Tutti indignati per la malamministrazione, tutti d'accordo che bisognava instaurarne una buona ma non è bastato, pare. Dalle ammucchiate, di qualsiasi tipo, non nasce niente di buono.

Ma, magari, quella che si profila all'orizzonte delle prossime amministrative non lo sarà, un'ammucchiata. E si rivelerà, invece, una squadra affiatata che ha trovato la quadra e l'armonia. Il tempo ce lo dirà.

7. Sette. Ce ne sono voluti sette tra partiti e liste civiche per farne uno/a. 

Pensano che per governare basti la volontà di farlo. 

In fondo, pensano, se tutti vogliamo il bene della città, mettiamoci tutti insieme (non è forse vero che l'unione fa la forza?) e facciamolo.

Sembra un discorso ragionevole. Ma si sa, dall'inizio dell'avventura dell'uomo sulla terra, che è assolutamente insano. Se fosse vero che mettere insieme tante teste senza un'idea unificante sia un passo verso la soluzione della governabilità, non avremmo avuto millenni di guerre, guerre civili, di rivalità, di cattiva amministrazione, di dittature in generale e, in particolare, non avremmo avuto trent'anni di fallimenti delle liste civiche a Castelvetrano. 

Una volta si chiamava qualunquismo. Adesso è di moda associarlo alla necessità di "competenze". Un po' come quando si invoca un governo di tecnici, la mera negazione del concetto di democrazia.
Ma non è così che funziona una democrazia. Non sono i politici a dovere avere le competenze "governative". È la burocrazia, l'amministrazione che deve essere strutturalmente valida e sana.
Qualsiasi volontà politica si infrangerebbe semplicemente nell'inettitudine o nell'ostruzionismo di amministratori e dirigenti.
D'altro canto, vi immaginate cosa sarebbe di noi se avessimo dovuto o dovessimo confidare nella competenza di un Di Maio, una Meloni o un Salvini!! O una Santanchè!
Ma la burocrazia sana e competente non serve solo a impedire a idioti di combinare guai. Serve ad implementare le proposte "politiche" di persone che si impegnano nel pubblico.

Le idee su come risolvere i problemi di una comunità non richiedono laurea o specializzazione. Anche gli analfabeti possono avere una valida idea politica. Non avremmo potuto avere parlamentari come Di Vittorio, bracciante poverissimo e semianalfabeta nella Puglia dei primi anni del Novecento e fondatore del più grande sindacato dell'Italia democratica. Non vi pare?

Tutte hanno promesso le stesse cose (buona volontà, il bene del paese, competenza) senza mantenerle. Compresa la prima lista civica che, immeritatamente, viene ricordata come buona amministratrice. Nessuno ha mai dimostrato con cifre alla mano che lo sia stata veramente. Sempre chiacchiere al vento. 

Prima delle liste civiche c'era l'ombra della mafia e dopo la nascita delle liste quell'ombra continuò a oscurare la città, fino allo scioglimento. 

Nessuno ne parla più. Nessuno, neanche il governo vuole parlare più della vicenda. Perché ha sciolto il comune? Perché non c'è stato alcun seguito giudiziario e formale? Chi erano gli infiltrati? Sono ancora al loro posto? Niente. Non abbiamo il diritto di sapere. Neanche i grillini, che si sono sempre vantati della "pulizia" della loro lista, ne parlarono più. Dovevano aprire la scatola del tonno, non certo quella della mafia infiltrata, poverini.

Prima e dopo, Castelvetrano è sempre stata malgovernata. 

È stata un'escalation di spese e debiti. Spese e debiti cominciati ben prima degli anni '90 se è vero, come è vero, che il commissario D'Amico (dal 7/07/92 al 29/06/93) raccomandò al neo-eletto sindaco, come la cosa più saggia da fare, di dichiarare, date le condizioni economiche in cui versava il comune, il dissesto. Dissesto che non fu dichiarato. Dobbiamo dedurre che il dissesto fattuale indicato dal commissario staraordinario D'Amato, abbia continuato e strisciare e peggiorare per tutte le altre sindacature fino al vero e proprio dissesto che ha dovuto dichiarare un nuovo commissario straordinario, Caccamo.

Riassunto: partiti o liste civiche, per quanto uniti nell'intento di "fare il bene della città", hanno finora fatto il male della città, se dobbiamo credere a ciò che sta sotto i nostri occhi.

Che dire, quindi, di questa che sembra proprio un'altra ammucchiata "selvaggia" e, come se non bastasse, di destra?

E sembra anche che l'ammucchiata sia destinata ad ampliarsi agli altri partiti di destra, FI e Cognati d'Italia. Ma poi si confonderanno per il solo PD? Lo lasceranno da solo all'opposizione? Senza cuore! Vi sembra che non sia abbastanza di destra da meritare di entrare nell'orgia politica? Sarebbe un unico esempio di Partito unico in democrazia.

Possono una o due persone, con tanti dilettanti e perciapagghiari, metter su una compagine all'altezza? Sapranno fare il bene della città, finalmente?

Noi lo speriamo. Vogliamo il bene della nostra città come, pare, tutti! Quello su cui spero riusciranno a mettersi d'accordo sarà il come!

E, siccome noi tutti sappiamo che la mafia non è mai scomparsa, né con lo scioglimento del comune né con la morte del capo, speriamo anche che si torni a parlare della mafia nel comune.



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