No! Non basta educare i figli maschi.

 


No!

Non basta educare i figli maschi. Educarli a che?
A essere più rispettosi della schiava?
In una società dove i posti di comando, dirigenziali, amministrativi, politici sono riservati agli uomini, dove i CEO, i banchieri, i più ricchi sono uomini;

in una società dove gli uomini e le loro prestazioni di lavoro vengono apprezzati -pagati - di più, dove le donne vengono relegate in casa dedite alla cura della prole o alle professioni tipo "badante", insegnanti, maestre, educatrici, psicologhe;


in una società dove le donne vengono ammirate molto di più per la bellezza che per la testa, dove una donna troppo intelligente, come la Murgia, viene demolita perché non è una bomba sexy, perché è "brutta";

in una società che è stata pianificata e sviluppata nel corso dei millenni, in cui sono dovuti passare millenni dall'homo con clava che trascina per i capelli la propria donna alla donna "angelo del focolare", dove la donna è sempre stata considerata, oggi dalla destra, solo uno strumento di prolificazione e perpetuazione della specie tanto che l'aborto viene considerato, dalle società di destra (maschiliste), un modo perverso di sfuggire al proprio dovere di fattrice,

dove la donna ha sempre avuto un ruolo di sottomissione,

di sostegno dell'eroe maschio che la mattina esce a caccia del sostegno per la famiglia;


in una società in cui la donna, considerato il suo speciale dono di potere dare la vita a un essere umano, è stata segregata in una prigione d'oro in cui ha esercitato il ruolo di Angelo del focolare, di regina della "casa", è stata sempre tenuta sotto vigilanza come irrinunciabile risorsa pubblica e il suo utero sottoposto a divieti e controllo come se non le appartenesse, dove ci sono voluti millenni perché le donne potessero orgogliosamente rivendicare 50 anni fa "L'utero è mio e me lo gestisco io!";

in una società siffatta l'ostacolo maggiore alla completa emancipazione della donna, come succede in generale con gli "ultimi" della società, è la donna stessa. Il meccanismo è stato studiato da tempo.




La scommessa è rompere il perverso legame che si stabilisce tra la vittima e il suo aguzzino, noto anche come sindrome di Stoccolma, perfettamente espressa da mille esempi di donne che giustificano e difendono i propri abusatori.

Bisogna educare anche le figlie, nella speranza che imparino a evitare i propri aguzzini.

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