Dove stiamo sbagliando?

 



    Prigionieri della nostra povertà, della nostra arretratezza, della nostra convinzione che bisogna delegare al governo della cosa pubblica gli intrallazzisti, i più indicati a muoversi in quel mondo del malaffare che è diventata la politica.


    "Il dato più preoccupante riguarda l'inattività, con un tasso che raggiunge il 47,5% del totale della popolazione in età lavorativa. Ciò significa che quasi la metà della popolazione tra i 15 e i 64 anni non partecipa attivamente al mercato del lavoro." 

https://www.tp24.it/2024/10/09/economia/calo-delle-nascite-disoccupazione-stipendi-bassi-i-numeri-drammatici-in-provincia-di-trapani/209514

"Castelvetrano deve tornare ai fasti del passato!

    È una fandonia quella dei fasti, in realtà del tutto inesistenti, ma "percepiti" come reali. La fanno circolare, oltre che giovani inconsapevoli creduloni, quelli che hanno nostalgia dei fasti della mafia, quando agiva pressoché alla luce del sole e si sapeva quali imprenditori si facevano proteggere da essa (Idda) o proteggevano i colleghi. 

    Da 75 anni la nostra città è saldamente nelle mani della mafia che ha sempre fatto e disfatto a piacimento.

    Considerando solo gli ultimi 75 anni, siamo sempre stati gli ultimi, a dispetto di chi dice che la mafia porta denaro e lavoro. Sembra, in tutta evidenza, il contrario. 



    La mafia porta povertà. La mafia succhia l'anima, economica e culturale, dei posti che "controlla e difende" (Il mio ex barbiere: "La mafia è che uno si prende un territorio e lo difende!"). Tutti lo possiamo vedere. Non gli studenti.

    Qualcuno lo dica a quello studente liceale, che ha avuto il coraggio di affermare questa sonora balla alla tv, salvo subito pentirsene, per l'ondata di proteste ipocrite suscitata.

    Eppure quello studente è passato attraverso le "attività" dei bambini dell'elementare, nell'ambito dei progetti per sensibilizzare sin dalla più tenera età i futuri cittadini al tema della criminalità, attraverso i "disegnini e i pensierini della legalità". Da noi la criminalità, il cuore del problema, è la mafia. Ma tutti si rifiutano di chiamarla così. Preferiscono parlare di "legalità e illegalità". 

La nostra scuola ha bisogno di "fiordalisi"

    Ed è passato, anche alla medie e alle superiori, attraverso quegli stanchi e vuoti rituali, cortei e attività - una gita a Cinisi, uno scontato temino, una mostra di "copia e incolla" contro l'illegalità - che sarà mai questa benedetta illegalità? Esporre i rifiuti all'orario sbagliato?  

    Ma presidi e dirigenti si sono rifiutati, in passato, di partecipare a "cortei antimafia" dicendosi disposti, invece, ad accodarsi a un "corteo della legalità". Solo a me sembra surreale? E passa tutto liscio come l'olio.

    Eppure, alla fine e nonostante tutto questo, quel giovane studente, che è in ottima e numerosa compagnia, è andato a dire in tv che la mafia, almeno, porta lavoro e ricchezza. 

    Dove stiamo sbagliando?


I bidoni della "legalità"








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