Ma perché lo si vuole ad ogni costo pieno di gente il centro storico? Una follia recente e ingiustificata.
Trovo che sia una follia recente e ingiustificata. Qual è il vantaggio di avere la piazza Garibaldi piena di gente alla sera? A fare che? Ognuno va dove vuole.
In una società in evoluzione dove le città cercano di sfuggire alla logica centripeta, adatta a borghi medievali, sarebbe meglio puntare su una citta "diffusa", policentrica.
Noi a Castelvetrano abbiamo la fortuna di avere un secondo centro, quello commerciale, che potrebbe costituire una risorsa economica e un nuovo polo urbano e lo stiamo lasciando marcire nell'incuria più totale. Nessuno negli ultimi vent'anni si è preoccupato di approntare un piano che preveda il recupero alla civiltà di una zona commerciale nata senza i requisiti essenziali per un quartiere cittadino così frequentato da un numero impressionante di umani: senza un percorso pedonale sul Viale dei Templi o sulla parallela via Seggio, senza parcheggi, senza passaggi sopraelevati, senza marciapiedi per i pedoni, solo un numero imprecisato di squallidi capannoni industriali raggiungibili solo in auto.
Invece ci si straccia le vesti dietro alle lamentele dei commercianti del centro, abbandonati da tutti, perché non in grado di competere con la grande distribuzione.
Questa è la vera guerra e la materia del contendere: piccoli commercianti contro grossi commercianti. Il capitalismo che mangia se stesso: grosso contro piccolo, squali contro piranha.
E pensiamo di risolvere questa impari lotta cercando in qualsiasi modo di portare la "gente" vicino ai negozi dei piccoli nella speranza di cambiare le sorti, segnate, di queste attività economiche. Ma, finché si tratta di mangiare qualche panino e salsiccia o uno spitino di sarde, la gente va ma non entra certo in quei negozi troppo cari ormai per tutti, in un momento storico in cui la grande distribuzione la fa da padrone e i suoi prezzi sono inarrivabili dai piccoli e dove online si trova una scelta infinita e prezzi umani.
E continuiamo a sbagliare da vent'anni pensando di risolvere il problema ammassando la "gente" nei posti di "consumo" e invitandola a spendere quei pochi soldi di cui il 90 per cento delle famiglie dispone.
Nella società capitalistica esistono i consumatori, tutti, e i venditori, molti. In genere le politiche degli stati sono dirette a fare spendere i primi e a far guadagnare i secondi.
Sembra che l'unico modo finora trovato per far stare bene la gente sia quello di fargli spendere soldi e sempre di più. E tutto finisce nelle tasche di categorie precise della società. I commercianti, i venditori. Ma ai compratori, a cui si aumenta di un euro e ottantacinque la pensione, ai compratori i cui salari e stipendi rimangono quelli di quarant'anni fa non si pensa.
Gli si chiede di spendere - "Cosi i soldi girano!" (nelle tasche dei soliti noti, però).
I soldi che spendo in questa che è diventata la società del black friday - cinquantadue black friday, anzi trecentosessantacinque, "Così i sodi girano!" - faranno certo un giro lunghissimo dato che dopo quarant'anni aspetto ancora un piccolo guadagno!
Quando sento dire che ci si preoccupa del centro storico intendo bene che la preoccupazione in realtà riguarda l'economia stagnante, lo stato di crisi dei commercianti del centro, non il disagio del Bronx, ma i negozi vuoti del centro.
I negozi non sono vuoti per mancanza di gente che i politici vogliono per forza convogliare a svagarsi e stare insieme e vivere la città per farla rivivere e godere delle eccellenze gastronomiche e urbanistico-architettoniche, lo spitino di sarde e la chiesa madre, la vastedda e il Selinus.
Questa è retorica del tipo natalizio, del "Dove c'è Barilla c'è casa!"
I negozi sono vuoti per mancanza di soldi della gente.
Comunque, dopo anni di centri commerciali non si può pretendere di riportare la gente alle vecchie abitudini.
Bisogna curare il nostro centro commerciale per farne un polo attrattivo, un secondo cuore della città.
Ormai anche partiti, una volta di sinistra, se pensano a dei problemi non sono quelli che riguardano le classi sociali disagiate, gli ultimi, quelli che non hanno neanche i soldi per mangiare (Ah!, se non ci fosse il Rotary a regalare buoni pasto ai bambini poveri ...!), non gli impiegati, i dipendenti, i commessi i braccianti, gli antichi operai (esistono ancora?). Anche questi partiti, che vengono da quella che una volta si chiamava sinistra, si preoccupano dei commercianti, degli imprenditori, poverini, che non guadagnano abbastanza per far "girare i soldi"!
E parlano di "centro commerciale naturale" e "temporary shop", tutte misure studiate da e per i commercianti.
Questo è il loro contributo alla lotta alle ingiustizie sociali.
Commenti
Posta un commento