Quelli che... non si scrive 'apposto'
Non
trovo carino né elegante, ma neanche sensato, impancarsi a maestrini e bacchettare le persone
che commettono errori di Italiano.
Sui social è di moda pubblicare
mini-bignamini, non di grammatica o di sintassi, ma di ortografia,
che poi è sempre lo stesso post con quattro o cinque forme scorrette
affiancate da quelle corrette.
Immagino
venga fatto con uno scopo "educativo". Non voglio neanche
ipotizzare che sia soltanto per il gusto perfido di cogliere gli
altri in fallo o per marcare la propria distanza dagli ignoranti che scrivono
"apposto" invece di a posto.
Lasciamo
da parte che fra pochi anni 'apposto' potrebbe essere accettato
dall'Accademia come variante corretta di a posto: d'altronde è
successo così con 'dopotutto', con 'camposanto', 'affondo', sta succedendo con all'erta, che addirittura viene percepita come errata rispetto al più diffusa forma "allerta", succederà a
"daltronde" e ad 'apposto'.
Mi
chiedo se gli errori ortografici, ma anche grammaticali e sintattici, possano davvero costituire un serio ostacolo alla comunicazione.
Non dovremmo forse preoccuparci di più dell'incapacità di alcuni, non di parlare un Italiano corretto, ma di non dire minchiate, della loro incapacità di fare uno + uno con i loro pensieri, perché di pensieri non ne hanno o ne hanno solo uno. A queste persone non occorre insegnare la grammatica Italiana, ché spesso la maneggiano benissimo; bisognerebbe, invece, riempire il loro cervello di qualcosa di significativo.
Non dovremmo forse preoccuparci di più dell'incapacità di alcuni, non di parlare un Italiano corretto, ma di non dire minchiate, della loro incapacità di fare uno + uno con i loro pensieri, perché di pensieri non ne hanno o ne hanno solo uno. A queste persone non occorre insegnare la grammatica Italiana, ché spesso la maneggiano benissimo; bisognerebbe, invece, riempire il loro cervello di qualcosa di significativo.
Non
è che adesso pretenderete che vi faccia qualche esempio di persone
che, come Piero Manzoni, riescono a dare alla merda che vien fuori
dalla loro bocca un contenitore, grammaticale in questo caso, di tutto rispetto.
Tutti
ne conosciamo.
Certo,
persone che prima di facebook mai si sarebbero rivelate a noi in
tutta la loro inconsistenza, in tutto il loro bigottismo, con tutta
la loro cattiveria e negatività, ce le ritroviamo costantemente
sotto gli occhi in quantità che ci sembrano un'esagerazione, perché
oggi anche a loro è data la possibilità di defecare in pubblico.
E non sono quelli che scrivono 'apposto' invece di 'a posto', anche se ce n'è pure tra i cattivi.
E non sono quelli che scrivono 'apposto' invece di 'a posto', anche se ce n'è pure tra i cattivi.
Si lamenta, l'avvocato, che non esiste più il "trait d'union" tra i cittadini e i rappresentanti, il territorio. |
Non è ammissibile che un avvocato che, pure, ha studiato il Francese, scriva Trade Union (il sindacato in inglese) per intendere il francese "trait d'union" (tratto di unione).
Il mio è un discorso molto generale che vuole stigmatizzare l'uso che nel tempo si è fatto di quest'arma dell'istruzione contro i "poveri" che dell'istruzione non possono fare una priorità.
Noi siamo per la "grammatica della fantasia" di Rodari e siamo convinti che "sbagliando s'inventa".
Pensiamo che valgano i contenuti e non la forma.
Ognuno scriva i suoi pensieri come sa o può, basta che non siano vuoti.
Le 'minchiate' le apprezziamo anche sgrammaticate ma rigorosamente 'sottovoce'.
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