Siamo il popolo più esterofilo del mondo. Siamo quelli che più si riempiono la bocca di parole straniere. Siamo il popolo più ignorante nelle lingue straniere, in particolare noi isolani.



Siamo il popolo più esterofilo del mondo. Siamo quelli che più si riempiono la bocca di parole straniere. Siamo il popolo più ignorante nelle lingue straniere, in particolare noi isolani. 
Francese o Inglese o Spagnolo, 1 su 10 saprebbe sostenere una conversazione minima anche con il fruttivendolo francese o inglese o spagnolo. 
L'essere esposti a una quantità enorme di parole e termini stranieri, non sembra suscitare in noi alcuna curiosità per le lingue. Anzi siamo così avvezzi a usarli che ci sembra di conoscerle le lingue straniere. Salvo poi pronunciare l'inglese meet up /metoop/, il francese stage /steidj/, media /media/, tutte parole facilmente sostituibili con "gruppi d'incontro", "tirocinio" "praticantato" "apprendistato", "mezzi di comunicazione". Il francese biberòn lo pronunciamo /bìberon/, collànt /còllant/, cognàc /cògnac/ o l'italiano icòna /ìcona. 
È chiaro che al livello generale abbiamo a che fare con uno scempio di gigantesche proporzioni: quello che credendosi "trendy" (alla moda, di tendenza) scrive dasch-cam o il datore di lavoro che cerca lavoratori "fool-time". 


Tutto questo, per quanto indicativo di una scolarizzazione assolutamente inadeguata, può essere anche divertente per un post su FB. 
Ma non si può tollerare la medesima trascuratezza linguistica in professionisti che fanno della parola l'attrezzo principale del proprio lavoro: insegnanti, avvocati, poeti, giornalisti, e lasciamo stare i medici, notoriamente analfabeti, che, per fortuna, non guariscono con le parole. Neanche gli psichiatri che si limitano, silenti, a prescrivere farmaci per la mente. Nemmeno gli psicanalisti, a rigore, devono usare le parole: è risaputo che loro ascoltano. Quest'ultimo dell'analisi è l'unico caso in cui è il paziente che dev'essere colto e savio, preferibilmente più del terapeuta.


Non si può tollerare che un giornalista decida di usare, senza necessità, una parola straniera, imprinting al posto di impronta solo perché si assomigliano, perché hanno la radice comune.

A Castelvetrano la prima classe d'Inglese fu istituita alla Pappalardo nel 1963. Giusto in tempo per me. Solo Francese fin ad allora.

Non è accettabile che un avvocato della mia età, che sicuramente ha studiato francese a scuola e, poi ancora, all'università, confonda trait d'union con l'inglese Trade Union!










Possiamo ridere ma non è affatto divertente.




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