"Questi ubriaconi, che incivili!"

 

In tanti ci rammarichiamo che le ville di Castelvetrano siano in preda al degrado più totale. Non è un problema di facile soluzione. Bene lo sa l'impeccabile assessore Irene Barresi del cui impegno e serietà nessuno può dubitare e lo sappiamo noi tutti. 

Bollare questo fenomeno come "inciviltà" è semplicistico e auto-assolutorio ma, soprattutto, non porta a nessuna soluzione. È auto-assolutorio perchè mette una barriera tra noi, civili, e gli altri, gli incivili. È semplicistico perché tutti sappiamo qual'è il problema alla base dell'inciviltà: il disagio sociale e la difficoltà di tanti poveri cristi a trovare posto in una società che non riesce ad accogliere tutti. Il disagio che spesso si accompagna con atti auto distruttivi come l'assunzione di droghe pesanti. Quelle pesanti legalizzate sono le più facili da acquisire, come l'alcol.

L'alcol, una droga pesante come il tabacco e l'eroina.
Castelvetrano, un po' come tutta la Sicilia, non ebbe mai problemi di alcolismo nel secolo scorso. C'è sempre stato l'ubriaco del paese, come dappertutto, ma niente di più. A 16 anni quando feci il Liceo a Padova (Tito Livio) potei notare come i veneti, invece, fossero più disinvolti con i loro spritz e "ombrete" di primo mattino. Non parliamo dell'Inghilterra dove mi impressionavano le stringenti norme anti-alcolismo: l'alcol lo potevano vendere a orari precisi solo i negozi autorizzati, "licensed".
L'alcolismo è arrivato anche da noi e non da ieri. 

L'alcolismo avanza con l'avanzare del disagio sociale, della povertà. In tempi di magra aumenta la popolazione suscettibile al richiamo della mafia e dell'alcol. E nemmeno ci ubriachiamo del nostro vino! Di birra. La cosa peggiore con cui ubriacarsi.

Anche da noi come in Inghilterra dove, non so oggi ma, allora fare una festa consisteva nell'ubriacarsi per sciogliere i propri freni inibitori. L'alcol era il prerequisito essenziale della socializzazione. Ma questo riguarda l'atteggiamento generale della popolazione nei confronti dell'alcol, pubblicizzato come cosa buona e di grande classe.


Da un canto è giusto che lo Stato gestisca il controllo e la vendita delle droghe, soprattutto delle droghe pesanti come l'alcol e il tabacco, per impedire che li assuma la criminalità organizzata.
Dall'altro dovrebbe anche farsi carico della responsabilità delle conseguenze che le droghe che vende provocano. Morti e danni da incidenti causati dall'alcol, malattie da alcol, l'esistenza degradata degli alcolisti, il loro recupero sociale. E dovrebbe stanziare delle somme per questi problemi prendendoli dai guadagni sull'alcol. 



Non si può chiudere un occhio di fronte a questi gravi problemi sociali definendoli comodamente e impropriamente "inciviltà"! "Questi ubriaconi, che incivili!"
Senza pretendere di voler risolvere il problema dell'enorme quantità di bottiglie di birra abbandonate da questi poveri cristi abolendo la povertà, ma un suggerimento ce l'avrei. Chissà che non sia nella potestà del sindaco di applicarlo.
Chi acquista una birra da 66 cl o qualsiasi bottiglia di alcolici deve lasciare una cauzione sostanziosa, almeno 1 euro, per il vetro che riavrà indietro al reso. Non so se risolverà il problema delle cartacce e degli involucri del cibo da asporto ma il cimitero delle bottiglie non ci sarebbe più né a Piazza Dante, né alla villa Falcone e Borsellino, né al parco delle rimembranze. Trovo l'idea degli ispettori volontari dell'ambiente un'idea pessima. Sono contrario a qualsiasi ronda di tipo poliziesco su base volontaria. Questi Ispettori dell'ambiente vengano istruiti e utilizzati per un porta a porta che spieghi l'ABC della raccolta differenziata invece di buttarli in strada la notte ad aprire sacchetti dell'immondizia.

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