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Visualizzazione dei post da 2021

Anche quelli che vendono su Amazon sono piccoli e locali.

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«Ma è così difficile capire che un commerciante paga l'affitto, va la supermercato, al bar, al ristorante, ha un commercialista, insomma porta beneficio alla comunità, niente di tutto questo con Amazon che non da un euro alla comunità locale» Oppure «Si chiama "economia circolare" i soldi dell'imprenditore locale ritornano nel territorio, mentre quelli che si danno alle multinazionali ... spariscono!»  Questa è, sostanzialmente, la ragione della naif campagna di boicottaggio di Amazon: il denaro che circolerebbe in loco.  Molti hanno il pudore di avanzare un motivo nobile: il modo in cui tratta i suoi impiegati (sembra che si piscino addosso per non sprecare tempo!) e le condizioni contrattuali sfavorevoli a cui li costringe. Però sono le stesse identiche condizioni contrattuali a cui tutti sono costretti da tutti gli imprenditori in tutto il mondo e neanche le peggiori.     Altri perché odiano Bezos che si fa le gitarelle nello spazio.  Molti altri perché il ra

La naif e inutile campagna contro Amazon

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   Perché? Perché dovremmo favorire i "prenditori" locali? Solo perché non sono ricchi come Bezos? Qual è il beneficio per chi compra? Perché sentite il bisogno di distinguere tra commercianti ricchi e commercianti ricchissimi e, soprattutto, perché tifate per quelli ricchi? E noi, operai  e impiegati a 400 o 600 o 1000 euro al mese, in che modo beneficeremmo dal favorire i piccoli commercianti? I piccoli commercianti trattano i loro impiegati molto peggio di Amazon. Come mai fate finta di non saperlo? Sapete come lavora e come viene pagato un operaio alla catena di montaggio della fiat (FCA) in polonia o in Brasile? E le grandi industrie elettroniche e le multinazionali del farmaco e i fabbricanti di armi?  Perché voi che, erroneamente, credete di combattere una battaglia di giustizia sociale, mentre è solo un moto infantile di ribellione che avrebbe bisogno di essere governato da idee e raziocinio, non sentite il bisogno di fare azioni di boicottaggio nei confronti di tutti

Boicottare Amazon? Non è solo inutile, è sbagliato.

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Non sono battaglie perse. Non solo. Sono delle lotte tanto naif quanto velleitarie che non meritano neanche di passare per battaglie di giustizia sociale o economica, tanto miopi e sbilanciate sono le motivazioni e tanto inefficaci i mezzi. Quindi il problema dei lavoratori sfruttati e sottopagati sarebbe nato con Amazon e Bezos? E la lotta organizzata su scala internazionale per le otto ore con il Congresso internazionale socialista tenutosi a Parigi nel 1883? Si lottava contro Bezos? Ed erano contro Bezos le lotte salariali, per la sicurezza sul lavoro, per i diritti sindacali dei lavoratori, per lo Statuto dei lavoratori, per il diritto di ammalarsi, e per la pensione da due secoli in qua? Era una guerra contro Bezos?  Io pensavo che fosse la sempiterna guerra di classe, una guerra dei poveri contro i ricchi del mondo, contro il capitalismo selvaggio che non tiene, da sempre, in considerazione alcuna i diritti e i bisogni dei lavoratori. Non pensavo che combattere il capitalismo eq

Almeno noi ci mettiamo la faccia!

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Poche espressioni mi causano l'orticaria come "Almeno noi ci mettiamo la faccia!" Soprattutto quell'almeno. "Metterci la faccia", che indica un gesto nobile e coraggioso per cui si è pronti a rischiare la propria immagine, la propria credibilità, è passato sui social al significato letterale e riduttivo di metterci la piccola foto. Ma, peggio, tutti si sentono intitolati a usarla. Coraggiosi, codardi, imbecilli e non interpellati fuori di testa. Sembra di vivere in un mondo dove la credibilità te la tirano dietro.   Metterci la faccia non è "almeno" smuovere il culo. Mettere in gioco la propria credibilità è molto, molto più di questo. Non è proporsi di combattere per qualcosa, non è impegnarsi a risolvere un problema, non è solo firmare un progetto o un "Manifesto". La credibilità la si mette in gioco alla fine, quando il progetto è stato implementato, quando il problema viene risolto, quando il nostro impegno ci porta i risultati sperat

Quando il cretino va dal giudice

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  In America i giornalisti possono dire che il presidente è un idiota, un disgustoso essere umano, un bugiardo senza che questo abbia delle conseguenze sul piano giudiziario.  Da noi abbiamo, addirittura, il reato di vilipendio al capo dello stato. Del Capo dello stato si parla bene o non si parla affatto. Un giornalista o un cittadino non potrebbe mai esprimere il disgusto profondo per il gesto di arroganza di Napolitano che, d'imperio, fece distruggere tutte le intercettazioni che lo riguardavano e che i magistrati avevano raccolto per i processi sulla trattativa Stato-Mafia. In Italia non si può parlare liberamente del capo dello stato, neanche quando, come Mattarella, compie un atto anti-costituzionale rifiutandosi di nominare un ministro, non perché indegno, ma solo perché la pensa in maniera politicamente diversa da Lui, solo perché, come la ministra inglese May, coltivava idee di Italexit. La regina non si sarebbe mai sognata di impedire la legittima nomina del primo minist

La farsa della falsa sinistra e il referendum sulla cannabis

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Non credo che gli Italiani, per quanto destrorsi, meritino una sinistra imbelle e falsa che la cosa più rivoluzionaria che sa fare è proporre un inutile referendum sulla legalizzazione della cannabis insieme con Elio Vito di Forza Italia. Citatemi i referendum, a parte quelli del divorzio o dell'aborto di quarant'anni fa, che 1. abbiano raggiunto il quorum, 2. abbiano vincolato in un qualsiasi modo il potere legislativo ( vi ricordate il referendum sull'acqua di 10 anni fa?, E quello sul finanziamento ai partiti?), 3. non siano stati delle inutili e costose passerelle per politici in cerca di visibilità che fanno finta di darsi da fare - somigliano agli impiegati della Regione siciliana che leggono i giornali o si fanno il solitario in ufficio, ma quando escono fuori in corridoio, corrono come a New York e, sempre, con un fascicolo sotto l'ascella.   Una sinistra codarda, prudente, falsa che ci propone, come se fosse una cosa rivoluzionaria, quello stesso referendum che

Una "scuola di pittura" nella chiesa sconsacrata?

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Questa è la Vitalità che alcuni rimpiangono.  Troppi castelvetranesi si lamentano che il sistema delle piazze appaia senza vita, deserto. Allora, io dico che troppi castelvetranesi hanno dimenticato quelle stesse piazze prima della pedonalizzazione o non erano nati. Le piazze erano, sì, piene ma di automobili parcheggiate e di passaggio ed erano vuote di persone esattamente come ora. La piazza Garibaldi non è mai stata un punto di ritrovo, un catalizzatore di presenze, a parte la presenza di circoli associativi per nobili "terrafondai" (Gioventù) o operai (Operaia) sfaccendati seduti sul marciapiedi davanti l'entrata. Non lo è mai stata se non occasionalmente perché vi si svolgevano eventi di tipo religioso - l'Aurora - o politico - comizi ogni anno - oppure carnascialesco - lu nannu e la nanna. È sempre stata , come le piazze adiacenti, un attraversamento che univa il sud con il nord, come testimonia la forma stretta e lunga nord-sud della nostra città. E se proprio

Ah, le poste italiane! A dorso di mulo per gli Orgogliosi.

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  Ah, le poste italiane! 2.000 schede elettorali raccolte un anno fa arrivano al Presidente della Repubblica, che nessun potere ha sull'autonomia della regione siciliana, solo ora. Le hanno mandate con l'asino? Ancora i gorgogliosi notabili castelvetranesi devono spiegarci non solo a cosa può servire una raccolta di firme, ma perché le hanno mandate, unitamente alle schede elettorali, proprio al Presidente della Repubblica. Accussì? Pi ffari scrusciu?         Glielo chiediamo da un anno insieme ad altre questioni che vorremmo ci spiegassero. Ma niente! L'unica risposta (e che risposta!) quella del capoccia che aspira a un posto nell'assemblea siciliana al prossimo turno elettorale: "Perché non ti candidi tu Melodia?"      WOW! Si è sprecato a rispondere alle domande di un cittadino che, anche se sicuramente non lo voterà, lui si candida a "rappresentare"! Già questo la dice lunga sul suo modo di intendere la politica come servigio alla cittadinan