Almeno noi ci mettiamo la faccia!



Poche espressioni mi causano l'orticaria come "Almeno noi ci mettiamo la faccia!" Soprattutto quell'almeno. "Metterci la faccia", che indica un gesto nobile e coraggioso per cui si è pronti a rischiare la propria immagine, la propria credibilità, è passato sui social al significato letterale e riduttivo di metterci la piccola foto. Ma, peggio, tutti si sentono intitolati a usarla. Coraggiosi, codardi, imbecilli e non interpellati fuori di testa. Sembra di vivere in un mondo dove la credibilità te la tirano dietro.  
Metterci la faccia non è "almeno" smuovere il culo. Mettere in gioco la propria credibilità è molto, molto più di questo. Non è proporsi di combattere per qualcosa, non è impegnarsi a risolvere un problema, non è solo firmare un progetto o un "Manifesto". La credibilità la si mette in gioco alla fine, quando il progetto è stato implementato, quando il problema viene risolto, quando il nostro impegno ci porta i risultati sperati. La credibilità la si mette in gioco quando il nostro impegno, il nostro proposito, il nostro progetto alla fine non dà i risultati sperati, anzi, peggio!
Invece metterci la faccia significa, ormai, muoversi, agitarsi.
Così uno si alza al mattino e decide che vuole "Metterci la faccia" disseminando orribili pedane in legno con vasetti di fiori rinsecchiti  per tutta la città, con l'amministrazione informalmente favorevole.
Che il risultato sia letteralmente inguardabile, che violi la legge, col consenso dell'amministrazione, che si riveli un totale fallimento è solo un dettaglio secondario. "Almeno noi ci abbiamo messo la faccia!" A me sembra, piuttosto, il culo.
Un altro si alza e decide che è una vergogna il declassamento dell'ospedale di Castelvetrano ad opera della Regione siciliana con un suo legittimo piano sanitario approvato all'Assemblea.
E come si può fare? Rimediarvi sembra impossibile, a meno che non ci si impegni per vincere, alle prossime regionali, contro il centro destra di Musumeci, lo si sostituisca al governo e si approvi un piano uguale e contrario. Cos'altro si può fare? Fare una seria opposizione non produrrebbe, per la natura di minoranza dell'opposizione, alcun risultato. Forse si potrebbe intavolare un dialogo, una trattativa, con la maggioranza . Ma come fa uno che non conta niente a intavolare trattative con Musumeci? Magari andando a trovarlo a Palermo? O a New York? Anche questo colpo di genio ci siamo sorbiti. Si capisce bene che è una questione di numeri fare approvare ciò che ci piace e riformare ciò che non ci aggrada. Non credo che rimangano altre scelte.
In certi casi però non conta tanto risolvere un problema ma agitarsi per fari a ccapiri chi lu pirocchiu avi la tussi.
Ed ecco messa sul tavolo la perfetta soluzione-non-soluzione: una bella e innocua, ma "scrusciusa", raccolta di firme che, a parte quella per i referendum, non è mai servita a niente. Le petizioni, soprattutto quelle online, servono a fare arricchire le grandi multinazionali delle petizioni, tipo Change.org.
Ma uno che ci mette la faccia non dovrebbe adottare dei piani, delle strategie che abbiano una speranza di successo?
Due anni che raccolgono firme. Non ci hanno mai fatto sapere che fine abbiano fatto. Sappiamo che il mese scorso le firme (10 mila) e le "fotocopie" (anche questa buffonata!) delle tessere elettorali (2 mila) sono, dopo un anno, pervenute al presidente Mattarella. 

Non ci hanno mai fatto sapere il perché di questa scelta bizzarra di mandarle al capo dello stato, che nulla può fare sulla questione. Mai ci hanno fatto sapere cosa sperano che faccia o dica Mattarella! Non fanno sapere niente a nessuno. Capisco benissimo che non rispondano a me e alle mie domande, nonostante io li provochi taggandoli. Ma non avrebbero il dovere di tenere informati quei diecimila castelvetranesi che ci sono cascati e aspettano risultati? Di promesse ne hanno piene le scatole.
Alle prossime regionali vedrete qualche gorgoglioso candidarsi e ripetere il mantra del "Io ci ho messo la faccia" "Mi sono battuto per Castelvetrano e i suoi diritti" "Votatemi".
Ma, gioia mia, tu hai firmato un progetto che è stato clamorosamente bocciato, hai messo la faccia in un percorso che si è rivelato fallimentare. Hai toppato tutti gli obiettivi che ti eri proposto. Perché dovremmo votarti? Per avere la stessa efficienza che hai dimostrato con le tue sceneggiate? Da quando hai cominciato ad agitarti, è solo una coincidenza, la situazione del nostro ospedale si è progressivamente deteriorata. Non sappiamo neanche che fine abbiano fatto e che risultati abbiano ottenuto le firme di due anni fa e di un anno fa. Vi intestate una protesta estrema come quella di raccogliere le tessere elettorali di cittadini delusi dall politica e, poi, vi preoccupate di farne le fotocopie per restituirle a quelli che con quel gesto avevano detto "Non voto più. Mi fate schifo!" Se proprio avessero, nel frattempo, cambiato idea dieci minuti ci vogliono all'ufficio elettorale per un duplicato. Una buffonata anche questa.

Sono due anni che il comitato di orgoglio, pur intestandosi una lodevole battaglia per l’ospedale, pur mancando miseramente e, comprensibilmente, i suoi obiettivi, continua a dispensare colpe ai cittadini castelvetranesi troppo menefreghisti e abulici o alla politica imbelle. Ancora aspettiamo che faccia un mea culpa accompagnato da un’analisi di cosa abbia sbagliato per fallire così miseramente, senza incolpare gli altri.
 

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