Blasfemi adoratori di feticci


 

 Il Corteo del Principe, fatto passare, con una bestemmia, per il corteo di Santa Rita, è più consono a dei selvaggi servi adoratori di padroni, di nobiltà che a un popolo religioso. Ed è, oltretutto, una cosa fatta male, inguardabile sin dal suo impianto, ideato da principianti "cultori di storia" che, tuttora, non hanno il senso del ridicolo. 




 

Chi ha immaginato e disegnato gli stessi abbigliamenti del corteo del principe su quali studi si è basato? Si sono basati davvero su degli studi? Ammettiamo di sì! Tu, studioso serio e competente, riusciresti nell'impresa, impossibile già ad occhio, di fare un corteo in abiti "ottocento-novecenteschi"? Come se si potesse sintetizzare la moda di due secoli interi! 

 


 

E di due secoli quali sceglieresti come rappresentativi? Gli abiti da mattina, da sera, dei primi dell'Ottocento, della metà o della fine del secolo, e del Novecento chi metteresti? Mary Quant o Karl Lagerfeld, il bianco e nero di Yves Saint Laurent, la maxi gonna o la minigonna, i jeans, i pantaloni a zampa d'elefante, o quelli del ballo del Gattopardo. Cose fatte "a la sanfasò"! Perché, poi, due secoli? Solo il cinquecento, il secolo del principe, non sarebbe stato più serio?

 

 

 

Si doveva in qualche modo, in qualunque modo, creare una connessione con la santa e quindi mettiamoci anche la moda del quattrocento che con il principe niente aveva a che fare. La Santa (poverina) nacque alla fine del 1300 e, certo, non conosceva gli sfarzi della moda dei Principi. Soprattutto nulla mai ebbe a che fare con il magnus stercus (grande stronzo) Carlo D'aragona. L'immagine in alto rappresenta il corteo di Santa Rita a Castellammare: una sobrietà che meglio s'intona con la vita umile e semplice del convento. 

La connessione Santa Rita-Principe Carlo D'Aragona non esiste e non può esistere. Poteva crearla solo una mente blasfema, che della chiesa valuta solo la tradizionale ricchezza e pompa e mai il messaggio di umiltà, dote che tutti i cristiani sono chiamati a coltivare come essenziale per lo spirito. Una mente malata, oserei aggiungere. Una vera e propria vergogna, così grave che mi meraviglio sempre come possa sfuggire ai più, soprattutto a persone che quotidianamente si battono il petto e pretendono di seguire e divulgare la parola di Cristo. A volte Gesù è davvero duro, puro, un comunista, insomma: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 

 


Viva il Duce! Pardon, il Principe, Con la P maiuscola. Blasfemi adoratori di feticci che osate accostare il nome di una Santa, sublime in quanto tale, a quello di un volgare amministratore di cose terrene.

Voglio solo dire, in conclusione ed essenzialmente, che io penso tutto il male possibile dei cortei dei principi, vuoti e insulsi come le riviste che parlano solo di re e regine, espressione di bassa cultura popolare, con tutto il rispetto, ma non avrei niente da ridire sulla legittimità di "Un corteo del Principe Carlo", perché in questo caso cadrebbe almeno la mia pregiudiziale di blasfemia che io imputo al corteo che invece è , con una trovata degna della peggiore strategia pubblicitaria di traino con cose che "tirano di più" (e cosa tira di più, Salvini lo sa, della religione?) intitolato, ipocritamente e sacrilegamente a Santa Rita. 

Insomma separino le dimensioni del sacro e del profano e ci guadagneremo tutti. 

Per ultimo riporto le testuali parole che nel loro libriccino didascalico giustificano la connessione tra il principe e la Santa, per mostrare quanto sia inconsistente e inesistente: 

«Il corteo ha l'obiettivo primario di far conoscere la vita di Santa Rita... Il corteo è l'occasione (sic) per rievocare il passato di castelvetrano per mezzo di figuranti in costume rappresentati (sic! invece di rappresentanti, un errore di stampa ci sta) la nobiltà locale, guidati (NdR: guidati chi? I figuranti o la nobiltà? Si presume la nobiltà! Quindi dovrebbe essere "guidata") dal principe Carlo D'Aragona e Tagliavia ...»


Capito? Come non approfttare dell'occasione della processione di Santa Rita e trasformarla in una sfilata di ricchi? Inaudito. In realtà si tratta di un lapsus degli organizzatori, che, sotto sotto, pensano che la processione di Santa Rita sia "solo" un'occasione per fare la sfilata del principe. 

Fate la Processione dedicata a Santa Rita e, come cosa diversa, la sfilata del Principe, e vi lascerò in pace. La mia cultura cattolica non può accettare queste bestemmie! 

 

 Link ad altri post sull'argomento:

La bestemmia sfila in corteo

Carlo d'Aragona magnus stercus

Il principe magio Carlo


 

 

 

 

 

 

 

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