Don Corleone - Marlon Brando

 


Grazie al moralista Tosa adesso sappiamo cosa conta veramente sapere del boss meno ricercato di tutti i tempi. Ma che problema ha questo signore che bacchetta non solo la stampa ma anche i lettori, che furono graziosamente informati, nel passato, della bibbia sul comodino di Provenzano e dei suoi pizzini e della vita miserabile che conduceva nella latitanza? Forse che avremmo dovuto ignorare le prestazioni sessuali e le "cene eleganti" del nostro ex presidente del consiglio? Sono sicuro che anche il Tosa sa i particolari, anche quelli indecenti e intimi, di uno condannato per favorire la mafia. C'è un limite di ragionevolezza anche nel "politically correct" estremizzato di Tosa. 



Di un personaggio pubblico, specie di un governante, di un mafioso che fa sciogliere nell'acido un ragazzino ed è il mandante di stragi di cristiani, noi vogliamo sapere tutto. I suoi idoli, Don Corleone  - Marlon Brando o il Joker -  i suoi gusti, i suoi lussi, se fumava e cosa, le sue playstation. Tutto ci interessa perché sono pezzi di un puzzle  di tragedia, morte e soprusi che ci restituiscono delle spiegazioni, che rischiarano la personalità di un ricercato (?), di un assassino che non si è mai fatto scrupolo di ammazzare e ordinare di ammazzare, che si è tenacemente impegnato per salire alla ribalta pubblica come il "male". Su personaggi che non hanno mostrato mai alcun rispetto per la vita umana, per la morale condivisa, si chiede da parte di questi fanatici del "politically correct" di far cadere il silenzio della gente e dei giornalisti sulla vicenda. Proprio come quel silenzio che è improvvisamente piombato a Castelvetrano all'indomani della timida manifestazione degli scout e pochi altri. Silenzio per le strade, Silenzio sui social, nessun parla e molti anche insospettabili, praticamente, invitano al silenzio in nome di un impossibile diritto alla riservatezza e rispetto per le famiglie colpite dagli arresti. Non stiamo esagerando? Tutti parlano di MMD, tranne a Castelvetrano. Sono tutte persone adulte e vaccinate, responsabili della vita che hanno scelto di fare. Per di più non è morto nessuno. Siamo vittime condannate al silenzio grazie ai moralismi di Tosa e alla magistratura che condannò il giornalista Rino Giacalone che aveva definito "un gran pezzo di merda" il capo mafia Mariano Agate, morto poco prima? 

Queste pretestuosità fanno pensare a quelle dei "guastatori" della coscienza antimafia, in particolare la categoria degli "azzeccagarbugli". Le cavillosità che partono da assunti ragionevoli, ma portano a conclusioni pro-mafia. 

Noi, invece vogliamo sapere di più, tutto ciò che è possibile sapere su ciò che frulla nella testa di uno stragista privo di empatia e pietas e che tanti lutti ha portato.



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