Non tutti riescono a dire "la mafia fa schifo"

 



A Castelvetrano circolano attempati uomini di potere che non si piegano a ripetere, come chiedeva a Castelvetrano la Petyx ai nostri concittadini, "La mafia fa schifo". Lui, il "cultore di storia", non lo dirà mai. Preferiscono lo slogan cretino #sonocastelvetranesenonsonomafioso. E ha già spiegato perché: 

«Adesso ti spiego perché, se ti avessi incontrato, nemmeno io avrei acconsentito a farmi immortalare con te.

Ti avrei ricordato innanzitutto che quella frase – la mafia fa schifo – campeggiava a Palermo in centinaia di manifesti commissionati da un presidente di regione che poi si fece qualche annetto di galera per concorso esterno con la criminalità organizzata.» 

 

Peccato che sia una motivazione imbecille da uomo preculturale. Non dobbiamo più dire "ti amo" perché lo dicono anche i bugiardi?

 Ma il vero motivo si capisce dalle altre sue affermazioni: 

«Pensi davvero che Castelvetrano sia la capitale della mafia? Nell’era del villaggio globale, non trovi grottesco venire a cercare a Castelvetrano la “cappa” della mafia, quando oggi gli interessi di cosa nostra sono legati ai grandi traffici del riciclaggio, della droga, delle armi, dei clandestini, Ti avrei ricordato che l’antimafia si fa con i comportamenti, con i fatti concreti e non con le goliardate demagogiche e che, in ogni caso, eri nel posto sbagliato. e che hanno probabilmente la loro sede nelle capitali della grande finanza?» 

Una vera e propria negazione dell'esistenza peculiare della mafia a Castelvetrano. Nella più consolidata tradizione di omertà mafiosa. 

«Essere la patria del grande latitante non significa niente.»

E ancora:

«Mi sono vergognato fin dalla prima inquadratura, col pannello stradale circondato dall’immancabile munnizza (che fa tanto colore locale, vero?), mi sono vergognato per il ragazzo che temeva di essere lasciato dalla zita, per quell’altro sprovveduto che faceva il turista per caso, per i due rincoglioniti che miseramente nicchiavano, per i quattro stronzetti di paese che ti seguivano con la macchina, e anche un po’ per te, che, dovendo fare il compitino, hai dedicato a loro quasi tutto il servizio e lasciato gli ultimi 20 secondi ai ragazzi che in piazza hanno accettato di farsi fotografare col famigerato cartello.»


Per il nostro concittadino, considerato una punta di diamante della cultura castelvetranese, tutti i suoi concittadini per strada che si fanno intervistare sono dei poveri imbecilli di cui si vergogna. Infatti al culmine di una crisi acuta di mania e delirio di grandezza, aggiungeva che NON quegli scimuniti che andava cercando col lanternino (dubito che ci sia bisogno di un lanternino per trovare degli scimuniti) per le strade di Cvetrano, MA Lui avrebbe dovuto intervistare la Petyx, ché Lui sì che l'avrebbe messa in riga e al suo posto, 

«ma, ovviamente, parlando io un passabile italiano (sic), e argomentando fuori dalla vulgata (sic), la mia intervista, come già in passato, sarebbe stata inesorabilmente tagliata. E comunque, saluti a te e una carezza al bassotto.»

Ma "La mafia fa schifo!" Lui non lo dirà mai e mai l'ha detto. Neanche prima di Cuffaro e del suo manifesto appeso a Palermo "La mafia fa schifo!" 

Quello che preme a lui  è solo affermare che Castelvetrano è ingiustamente diffamata, nonostante non c'entri niente con la mafia e che lui è sì castelvetranese, ma non è mafioso. Un'affermazione intrinsecamente debole e senza senso alcuno. Uno può non essere mafioso ma se è un assassino o un corrotto o un ladro non gli basterà gridare "Non sono mafioso".

L'ultimo rimprovero che fece alla Petyx fu: 

« Ti avrei ricordato che l’antimafia si fa con i comportamenti, con i fatti concreti e non con le goliardate demagogiche e che, in ogni caso, eri nel posto sbagliato.»

Nel posto sbagliato? La capitale della mafia, la città della primula meno ricercata di tutti i tempi. Dove se "sgarri" una virgola ti danno fuoco alla casa o al portone come primissimo avvertimento. Il posto sbagliato! Dove, nonostante "la mafia usi l'elettronica e ha i soldi nei paradisi fiscali", a cadenza pressoché annuale vengono arrestate decine di persone mafiose e conniventi. Il posto sbagliato! E, poi, sarei molto curioso di sapere quali comportamenti e fatti concreti  abbia messo in atto Lui nei decenni in cui ha amministrato la nostra città? Un solo comportamento. Un solo atto!


Io non ho dimenticato che questo signore si affrettò, insieme con la suscettibile "crema" della città, la chiesa e gli scout, a organizzare una manifestazione di protesta contro lo Stato, nella persona del Commissario Caccamo venuto a sostituire la mafia al governo della città, perché si era permesso di affermare che a Castelvetrano non aveva sentito la "collaborazione della città, non solo per una questione di diffidenza ma, probabilmente, di cultura". Una manifestazione contro lo Stato, criticata dal presidente della commissione antimafia Claudio Fava, che si rifiutò di partecipare al corteo, come pure il commissario Caccamo, anche dopo che questi "pagliacoduti" avevano corretto il tiro e dopo tre giorni avevano deciso che era una manifestazione contro la mafia, in realtà. Non ci ha creduto nessuno, naturalmente.

Corteo S. Rita a Cvetrano










Corteo di S. Rita a Castellammare

Che altro dire? Questi sono la classe dirigente, "le perle" della nostra cultura e della nostra politica. Gente che ha sempre chiuso gli occhi davanti a tutto quello che è successo negli ultimi trent'anni a Castelvetrano, gente che per decenni ha frequentato le stanze del potere locale e non si è mai accorta che a Castelvetrano abbiamo un problema di mafia, gente abituata a mescolare il sacro col profano, che accosta un Principe venduto agli spagnoli a una "povera" santa del secolo prima in un abbraccio sacrilego e inopportuno. 

Ma se il "meglio" della società castelvetranese, senza vergogna, minimizza o nega la mafia alla stessa stregua dei vecchi con la coppola o dei castelvetranesi "di strada", con omertà cioè, cosa sarebbe cambiato se, secondo i desideri dell'ex assessore,                     fosse andata a 

«chiedere la foto sotto altri palazzi e a gente incravattata e con grisaglie firmate, piuttosto che continuare nel patetico esercizio di scovare l’ omertoso con la coppola o l’imbecille di turno, che ingenuamente si prestano alla trappola mediatica.»?

 

Che lui avrebbe negato la mafia con maggiore proprietà di linguaggio? 

Questi "negatori" o "minimizzatori" della mafia, questi "struzzi" sono trasversali alle classi sociali. Quando il negatore non ha strumenti culturali per difendersi con un bel discorso sarcastico cosa fa? Fa quello che farà fra tre giorni a Campobello, il 26 Gennaio 2023, dove un preculturale non istruito ha preso a motociclettate la Petyx, perché faceva il suo lavoro di giornalista provocatrice, com'è nel suo diritto.

Che speranze abbiamo?

Ditemi la vostra opinione. 



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