“Dobbiamo lottare per una sanatoria speciale per Triscina.”


La più grande caccia alle streghe mai organizzata da qualche secolo in qua.
A Castelvetrano in provincia di Trapani. Dura da trent'anni . Ancora continua.
Ha persino assunto le fogge iconiche della lotta all'illegalità. Lotta all’illegalità. 
A Castelvetrano! Castelvetrano da sempre nelle mani della mafia. 
Cittadini e amministrazioni!!
Adesso alcuni pensano a questa mostruosità come all’occasione, forse unica, di apporre un timbro di decenza 
alla sua poco decente storia.
Fu così che l’abbattimento delle case a Triscina, una cosa costosa, atroce per gli infelici capri espiatori e dirompente per le divisioni che crea tra i cittadini, quelle sì difficilmente “sanabili”, diventò la soluzione definitiva, la spugna per lavarsi la coscienza sporca da parte di troppi attori che se la sono vista e se la vedranno sempre dall’astraco. Ma che importa ai legalisti forcaioli, ai legambientalisti duri e puri, se si consumano drammi emotivi ed economici che non vogliono prendersi la briga di considerare? Che importa ai paladini della legalità a tutti i costi se è una spesa che non possiamo permetterci e che lo stato ci ha imposto di permetterci. Pagheremo a rate. Però ha vinto la legalità! Altroché!
Peccato che la giustizia se ne stia ingrugnata in un angolo per niente contenta.
Che giustizia è quella, esemplare, che si esercita oggi a carico di pochi inermi e poveri cittadini per delle colpe che sono di un’intera città, di 30.000 abitanti, colpevole di avere eletto le varie amministrazioni che dal ‘70 fino all'ultima si sono succedute e hanno causato Triscina prima, tollerato dopo, balbettato negli ultimi vent’anni? 
Mai nessun politico che si sia dato da fare per rovesciare il giudizio di condanna che da troppo tempo soffre Triscina, convinto che una profonda ingiustizia si stava perpetrando, non nei confronti dell’ambiente, ma di incolpevoli cittadini, sì, incolpevoli, perché nessuno può considerarsi colpevole in un’atmosfera di generale impunità. Gli era stato detto, stradetto, assicurato che “niente” sarebbe successo, «po’ stari tranquillu!», “Sta’ serenu!” alla Renzi. Poi Renzi scomparve e rimase quello “tranquillo” che oggi ne soffre tutte le conseguenze. Questa sarebbe giustizia? Sembra che sia legale, ma giusto proprio non direi.


Ma ai legalisti e legambientalisti che importa della giustizia? Se gli importasse davvero si sarebbero dedicati alla lotta alla mafia, vero cancro divoratore dell’ambiente e della società, invece che dedicarsi a una causa in cui nessuno è destinato a vincere. Qualche decina di demolizioni a macchia di leopardo che non risolveranno un bel niente né dal punto di vista ambientale, né dal punto di vista della vivibilità e fruibilità di Triscina, creando invece insanabili fratture tra cittadini. Ma si sa! A Castelvetrano tutti si farebbero bruciare la mano per combattere l’illegalità, ma la nascondono quando si parla di mafia.
A Castelvetrano dirigenti scolastici si rifiutano di partecipare a manifestazioni contro la mafia, mentre partecipano volentieri a quelle contro l’illegalità o, ancora meglio, per la legalità.

A Castelvetrano la parola mafia non si può più pronunciare. Minimizzare è la consegna. Se la chiamiamo illegalità, la mafia non esiste più. E quindi possiamo meglio confonderci con un qualsiasi paesello del corrotto stivale.
“Ah! Sei di Cvetrano! Dove arrestano decine di fiancheggiatori della mafia, la città della primula rossa mafiosa!”
“Ma che dici? Mafia! Delle illegalità, come dappertutto!”
A Castelvetrano la parola legalità la puoi leggere pure sui bidoni dell’immondizia graziosamente regalati a una scuola dall'associazione Libera Futuro con Legambiente, la quale prontamente smentisce dicendo che, loro, la consegna dei bidoni della legalità la stavano già facendo e anche meglio.





Riassumendo, una volta abbattute le case di Triscina, le sole cose illegali a Castelvetrano, rimarrà solo da combattere l’illegalità di coloro che non fanno la raccolta differenziata. Non lo sappiamo tutti che questa è l’illegalità che caratterizza la nostra città? Siamo un po’ così, illegalmente distratti, quando buttiamo l’immondizia.
La differenziata è il nostro problema. Non i giovani che vengono costretti alla fame dalla mafia imprenditoriale castelvetranese. La differenziata. Non la mafia e gli appalti. No! La differenziata, che se chiedi all’ultimo mafioso te lo risolve in quattro e quattr’otto il problema della differenziata se gli dai l’appalto. Ed è per sensibilizzarli sin da bambini che regaliamo “bidoni della legalità”. Non hanno bisogno di essere sensibilizzati al deserto economico e lavorativo che troveranno finita la scuola. Gli si insegna, giustamente,  che dallo stato ne riceverà tanti di bidoni.


Non solo i proprietari di case a Triscina sono stati abbandonati dai politici che da trent’anni se la danno a gambe levate quando si parla di Triscina, sono anche rimasti senza riferimenti politici per potere efficacemente condurre le loro sacrosante battaglie contro le contraddittorie leggi dello stato e della regione, lasciati soli a scendere e salire le ripide scale del potere. Il signor Sciacchitano non ha mai trovato un ascoltatore attento disposto a intestarsi una battaglia giusta ma impopolare.
Ci saremmo meritati dei politici capaci e li abbiamo scelti rapaci.
Qualche politico coraggioso, che, pur senza colpe personali, si assumesse quelle obbiettive di una classe dirigente castelvetranese assolutamente insufficiente e colpevole, e si dedicasse alla causa di Triscina l’abbiamo avuto?


Da trent’anni vedo sindaci preoccupati più di prendere le distanze senza offendere troppo il sentimento locale che di risolvere positivamente per tutti il problema Triscina. Tutti, in interviste e trasmissioni tv, a biascicare qualche parola di circostanza o a cercare di far valere deboli ragioni formali.
Qualcuno, ci sarebbe voluto, che prendesse il toro per le corna e dicesse: “Dobbiamo lottare per una sanatoria speciale per Triscina.”
Per qualche ragione semplice semplice.
Al danno causato alla costa triscinara dall’abusivismo edilizio dagli anni ‘70 non si può rimediare in alcun modo eccetto che demolendola tutta e ricominciando daccapo con un piano regolatore. Ma questo è impossibile.
Si potrebbe forse pensare di demolire, previo acquisto a prezzo di mercato da parte del Comune, una striscia, 80 metri larga per tutta la lunghezza, di case e, allora sì, 

South Palm Beach, Florida

avrebbe un senso costruire un lungomare sud con lidi e intrattenimenti. Ma anche questo è un’americanata. Ecco, forse potremmo chiedere di essere annessi dagli Stati uniti come succursale siciliana di Miami e gli diamo carta bianca su Triscina. Certo, loro, a Miami sulla spiaggia ci hanno costruito un’intera fila di grattacieli.
Già rimediare alla mancanza di fognature sarà una bella sfida, economica e tecnologica.
Neanche serve ad alcunché abbattere cento o duecento case scelte, non sulla base della loro effettiva vicinanza al mare, ma in base a una data, per cui si troverà una casa costruita prima di una certa data sulle palafitte o con l’accesso diretto al mare e una, costruita dopo, a 100 metri dal mare abbattuta. Questa forse è legalità! Ma la giustizia 
dov’è?

Miami Beach, Florida

E cosa si farà di questi buchi nella struttura urbana. Saremo pure costretti a mantenerli? Magari affidandoli ai legambientalisti che ci coltivino delle rose e creino delle aiuole. Sappiamo che fine fanno le aiuole! Non basterebbero neanche per degli orti comuni. Non riusciamo a tenere aperta e funzionante neanche una villa in città, figurarsi cosa sarebbe di questi squarci nel bel mezzo dell’abitato.
Certo, pensandoci, ci si potrebbe rivolgere ai novelli Burri per commissionargli tante colatine di cemento a eterna memoria del grande scandalo del secolo ventesimo. Le case abusive di Triscina. Peccato che anche il cemento vada curato e mantenuto.
L’unica soluzione possibile, e quindi ragionevole, è una sanatoria. Sarebbe stata! Mi dicono che siamo in ritardo su tutto. Le case verranno abbattute tutte e il Comune non è in grado di fermare l’ineluttabile. Ma io nella mia vita di cose “umane” ineluttabili non ne ho mai conosciuto e non credo che esistano. Le leggi vanno e vengono, possono essere modificate e sostituite. Non è nemmeno richiesto che un decreto abbia un minimo di credibilità e serietà per essere approvato, come dimostrano i decreti salvini. Persino le decisioni della magistratura si possono ribaltare o neutralizzare.
E se certe porcherie possono avere dignità di legge perché non farne una che non scontenti nessuno e faccia la felicità di molti, anche se non ci restituisce la Triscina delle dune che i vecchi come me ricordano.
Il più abusivo degli imprenditori politici italiani fece approvare per sé innumerevoli leggi “ad personam” per uscire da certe sue “criticità”.
Sarebbe così vergognosa una legge “ad Triscinam” che, stile Mandela, mettesse una pietra, della legalità questa volta, sopra una questione che si è trascinata malamente per troppi anni?
E quelli che scambiano le leggi per la giustizia, quelli che, verosimilmente, il rispetto delle leggi non l’hanno mai preteso dalla mafia, ché di questa si può sempre aver bisogno, si consentono oggi un’ironia insolente e sgradevole nei confronti di 


un’associazione che, legittimamente, difende i suoi interessi, e che lotta, anche a tempo scaduto, per sfuggire a quella che ritengono una grande ingiustizia. Si mette in dubbio la sua “vocazione” ambientalista per una sua denuncia di abbandono di sfabbricidi in luoghi non autorizzati.

L’operazione Triscina si può paragonare all’irruzione della polizia in una casa di piacere in cui tutti, dai magnaccia al locatore, dalla Lady ai clienti riuscirono a darsela a gambe e rimasero le povere puttane, le uniche ad agire in stato di necessità. Certo che stanno subendo un’ingiustizia. 
Dove sono i sindaci che consentirono questo? Dove sono i responsabili degli uffici tecnici e i politici che avrebbero dovuto mettere a punto un piano regolatore? E la polizia locale che avrebbe dovuto “vigilare” dov’è? Dove sono i responsabili? Dove gli assessori? Che giustizia è quella 
che ... “ci curpa la bbuttana!”?
Con una bella sanatoria si potrebbero utilizzare i soldi già destinati alla distruzione di case per cominciare a costruire le pompe di drenaggio.
A Triscina rimane comunque una bella spiaggia e un bel mare.
Si potrebbe cominciare da lì! Si fa con quel che si ha.
Qualche sforzo per tenere pulito il mare e il resto si spera verrà da solo.
Ma mi dicono che siamo in una fase da cui non si può tornare indietro.
Nel 2017 scrissi una lettera al commissario Caccamo in cui gli rimproveravo di non saper volare al di sopra della lettera del suo mandato a Cvetrano e di aver messo in cima alle sue priorità la pratica dell’abbattimento delle case di Triscina, un “percorso di legalità ineludibile” secondo lui. Gli rimproverai l’affermazione, veritiera, che l’abbattimento delle case a Triscina “Non ha alcun senso. L'abbattimento a macchia di leopardo non ha alcun senso.” E però era “un compito difficile ma necessario!” Gli rimproverai di non aver preso un po’ di tempo per elaborare un piano di recupero degli spazi vuoti che si sarebbero creati. https://tongueofsecrets.blogspot.com/2017/09/DemolireCaseTriscina.html
Ecco mi piacerebbe vivere in una società dove, se una cosa è inutile, “senza senso”, costosa affettivamente e economicamente, non si fa.
È chiedere troppo?
Adesso che le demolizioni sono cominciate e ripartite dopo una breve sosta c’è qualcuno che non abbia dell’amaro in bocca per tutto ciò a cui condurrà tutto questo provvedimento grave e divisivo. Già se ne intravedono i contorni squallidi. Quelli della denuncia, della controdenuncia, ricorso, del sospetto, e, infine del tutti contro tutti. I legambientalisti sono lì, come degli eco-sciacalli, a controllare che le demolizioni vadano avanti, come se il pane gli venisse da lì, come se l’ambiente di triscina, una volta abbattute queste 80 o 150 case, potesse tornare allo splendore primigenio e loro potessero passeggiare per viali di palme e scuparini di una inedita Triscina Palm beach.


Non si capisce questo accanimento contro questi poveracci. Dalla lotta per l’ambiente alla lotta contro i non abbienti.
Perché il succo è tutto qui. Saremmo arrivati a questo punto se a compiere lo scempio di Triscina fossero stati alcuni di quei potentati che noi conosciamo benissimo, se avessero riempito il lungomare di grattacieli? Qualche legge “ad personas” non si sarebbe trovata? Ci sono stati, è innegabile, quelli che dalla situazione di illegalità diffusa in quegli anni si sono arricchiti, molti hanno approfittato per fare qualche buon affare, ma nella stragrande maggioranza dei casi si trattava 

Palm Beach, Florida

di famiglie modeste attirate dal sogno della casa a mare. Non ho visto grandi speculazioni. Ho visto entusiasmo e sacrifici.
Il pensiero che qualcuno vada a bussare alla porta del sindaco per chiedergli che si sbrighi con le demolizioni mi sembra un gesto di raro cinismo da parte di un’associazione ambientalista.
Adesso si profila il pericolo che a bussare alla porta del sindaco si uniscano agli ecologisti (i difensori della casa, ironia della sorte) anche quelli che la casa l’hanno già avuta demolita al grido di “O tutti o nuddu!”. Che tristezza.
Niente di buono può venir fuori da un provvedimento che “non ha senso” e non risolve 
una beata minchia.


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