Di Matteo da Giletti! Un errore? Una caduta di stile? Un gesto non ragionato?



Sono un convinto sostenitore dell'operato di Di Matteo, un magistrato che sacrifica, giorno per giorno, la sua vita privata e affettiva nella lotta alla mafia, rischiando la morte. Noi sappiamo dalla storia che questi "eroi", di cui ancora oggi, purtroppo, questo paese necessita per ambire a essere un paese normale, sono a tutti gli effetti dei morti viventi. Noi siciliani, poi, abbiamo la capacità di leggere la "mente" della Mafia. Quanti di noi si ripetevano, prima della loro morte, Falcone, Borsellino, Ciaccio Montalto, "Questo lo ammazzano!"? C'è sempre la speranza che nel corso degli anni si sia indebolita la capacità di reazione della mafia e con il nostro sostegno si possa evitare il ripetersi della storia.

Questa premessa per delineare il pulpito!



Non mi è piaciuto questa volta Nino Di Matteo. Il suo intervento a "Non è l'arena" si configura come una grossa caduta di stile, se non un vero e proprio errore. Sono portato a perdonarlo. Chissà da quanto tempo questo sassolino lo tormentava? Siamo fatti così, noi. Un gesto d'impulso, sia pure provocato, e rischiamo di macchiare la nostra immagine, costruita su faticoso e serio lavoro.



Io dal mio "eroe" mi aspetto che sappia reagire al momento giusto. Il Ministro ti propone un incarico, tu accetti e lui ti scarta? L'indomani chiedi spiegazioni al ministro. Se non ti soddisfano, chiedi spiegazioni più in alto e se non arrivano chiedi una conferenza stampa congiunta con il ministro perché spieghi il suo comportamento. Oppure ti rivolgi al CSM, che ne so!, o a Mattarella. Se davvero la consideri una cosa grave, e se i tuoi sospetti sono fondati lo è, un'azione "pubblica" per le vie istituzionali mi aspetto dal mio "eroe". Non che vada da quella feccia di Giletti! Già questo lo mette dalla parte del torto. La giustizia e la sua amministrazione non vanno a lavare i panni sporchi in una populistica piazza mediatica di disinformazione. E, siccome, non sono solo fatti ma anche sensazioni non provate che vai a dare in pasto al megafono della pancia degli italiani il tuo comportamento risulta ancora più incomprensibile, caro Di Matteo. La tua sensazione che il ripensamento del ministro fosse dovuto alle proteste dei boss mafiosi. Lasciamo stare che un PM non giudica sulla base di sensazioni, è legittimo chiedere spiegazioni. Ma dovevi chiederle lì, nel momento del rifiuto. "Perché ci hai ripensato, ministro?". Perché questa cosa viene fuori solo ora? Non la consideravi una cosa grave allora, tanto da non fare domande! Perché adesso hai ritenuto di farne un problema ufficiale e nazionale,

da Giletti, per di più?







Un errore? Una caduta di stile? Un gesto non ragionato? Sicuramente niente che abbia aumentato la statura di un magistrato che, per fortuna, può permettersi una sforbiciatina alla sua credibilità senza subire gravi danni, tanta ne ha accumulata con il suo coraggio.

Adesso però aspettiamo con ansia le "vere" motivazioni che hanno indotto Bonafede a ripensarci. Lui dice che è assurdo anche solo pensarlo che lui sia stato suggestionato dalle proteste dei mafiosi.

Bene, ci spieghi cosa lo ha indotto a ricredersi in 24 ore.

#iostocondimatteononostantetutto


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