Falsi miti sulla base di sensazioni e nostalgia per tempi che di buono hanno solo la nostra giovinezza e ... nient'altro.


 
Come la nostra mente costruisce "miti" del tutto falsi sulla base di sensazioni e nostalgia per tempi che di buono hanno solo la nostra giovinezza e ... nient'altro.

«IN PAESE: Carrozze dalla stazione e dalla Chiesa Madre conducevano per ogni dove...
Sotto il Municipio, con la distinzione e l'eleganza impeccabili, si trovavano gli autisti di piazza ... Impeccabili, con cravatta e giacca (e qualcuno addirittura a fumar da sigaretta con il bocchino in mano)...
...i profumi irresistibili di iris (dette ines😄) e muscardini...
tre cinema con l'imbarazzo della visione...
1964
Storie di una Castelvetrano in decollo, oggi atterrata, con un'ala spezzata!
[Vincenzo Basile ricordi di bambino]»

"...Tre cinema con l'imbarazzo della visione" (sic)
"Castelvetrano la porno" la chiamavano!
Quando la mafia teneva in pugno la città. Quando notai venivano ammazzati dalla mafia. Quando i mafiosi erano l'istituzione più vicina al cittadino. Quando la mafia non aveva il volto di un "camperi" ma quello di imprenditori ossequiati e potenti. Quando l'unico svago era la passeggiata nel corso mangiucchiando simenza e nuciddi e l'orrenda calia, fimmini davanti e masculi darrè e sguardi intensi al dietrofront. Quando dappertutto era un fermento mafioso. Quando Giuliano veniva ammazzato e posto in un cortile. Quando a portella della ginestra venivano uccisi undici contadini e altre ventisette persone ferite. Quando la povertà era tale che i bambini giocavano per strada e le bande di ragazzini dei vari quartieri si prendevano a sassate in rituali battaglie quotidiane. Quando i bambini si attaccavano alle carrozze tirate dai cavalli per lasciarsi trasportare e c'era sempre qualcuno che avvertiva "'nna zuttata, gnuri!" E i bambini si divertivano a costruire dei fili con all'estremità un "croccu" per "pescare" un grappolo d'uva dai carri che passavano. Quando le strade non erano affatto pulite e impeccabili, piene com'erano di cacche di muli, cavalli e asini. Nella vicina Salemi ancora si gettava la piscia dalla finestra senza vetro per strada. Mancavano le fognature e l'acqua corrente era in pochissime case. Quando l'imprenditoria castelvetranese era pressoché tutta in odore di mafia. Ma che nostalgia si può provare per quei tempi contrassegnati dalla paura e dall'omertà, questa identica anche oggi? Le donne costrette a casa. Velo nero della vedovanza per le sfortunate che sopravvivevano ai loro mariti e costrette a una clausura totale per tutta la vita senza alcuna possibilità di rifarsi una vita o semplicemente continuarla. Quando i bambini si educavano a suon di ceffoni e tuttora tanti pensano che sia un modo proficuo e legittimo di educare i bambini. Quando c'erano due strade asfaltate e il resto in terra battuta. Altro che strade pulite e impeccabili; d'estate per evitare che la polvere che si alzava dalle strade ci soffocasse il comune faceva passare un'autobotte che spruzzava acqua sullo sterro "impeccabile". Quando un anno sì e un anno pure c'erano degli omicidi di mafia. Quando Carnevale, l'unica occasione per ballare e stricarsi pubblicamente con l'amata e l'amante, si trasformava anche in una opportunità per regolare, dietro la maschera, con il coltello, qualche conto in sospeso tra piccoli e grandi criminali.
Nelle mani della mafia eravamo allora e nelle mani della mafia siamo oggi.
Ah!, la memoria selettiva!
Si ha nostalgia di quella Castelvetrano così come si ha nostalgia dei ceffoni. Mio padre non me ne dava. Sarà per questo che non ho nostalgia?

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