La demolizione delle case di Triscina è tra le vergogne italiane.

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Miami Beach, Florida, USA

 

 

Lo Stato non è Dio! Le leggi dello stato non sono dogmi assoluti. Come tutte le cose degli uomini sono opinabili, discutibili, modificabili, abrogabili. Mi fa sempre una certa impressione l'acquiescenza, il fatalismo con cui si accettano decisioni di chi ci governa altamente discutibili. Recentemente, per fortuna, abbiamo visto un movimento di contrasto alla decisione, non solo discutibile, ma decisamente sbagliata di declassare l'ospedale di Castelvetrano, per favorire altri presidi politicamente protetti e più forti. Purtroppo le iniziative intraprese da Orgoglio castelvetranese non hanno avuto successo. Ma l'idea di battersi perché lo Stato o chi per lui faccia marcia indietro su decisioni avventate e sbagliate è onorevole.

 
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La demolizione delle case di Triscina è tra le vergogne italiane. Nessuna città ha mai subito una tale umiliazione, un provvedimento che non solo non risolve alcunchè, ma peggiora una situazione già critica all'origine. Una forma deleteria di giustizia esemplare fine a se stessa. Una misura che punisce i meno colpevoli, i cittadini triscinari. Uno stato imbelle forte con i deboli e debole con i forti. Invece di cercare, individuare e punire tutti i responsabili del sacco di Triscina, troppo difficile e talvolta impossibile, decide di prendersela con l'ultimo chiodo della naca e decide di estrarlo compromettendo e rendendo ancora più precaria la struttura della naca, che, infatti, ne esce peggiore.

L'attuale situazione di Triscina, lo sappiamo tutti, è colpa di una classe politica tra le peggiori della repubblica. Non solo delle amministrazioni che si sono susseguite dal '70 in poi durante il sacco di quel meraviglioso sistema di dune in riva ad un mare straordinariamente bello e gentile, le quali, invece di approntare le necessarie misure, un piano regolatore, per consentire uno sviluppo ordinato e programmato, hanno incoraggiato e favorito lo scempio. Tutte cose che si sanno. Ma la colpa è anche di quegli amministratori che niente ebbero a che fare con il sacco di Triscina e che si sono succeduti fino ai nostri giorni, fino ai commissari, che hanno, senza un briciolo di coraggio, ritenuto, in nome della loro carriera, di attuare una minaccia sempre sventolata e mai realizzata, e fino all'attuale sindaco, perché no? Non è forse lui che sta portando avanti con zelo lo scempio delle demolizioni? Ma che può fare il poverino di fronte a un provvedimento deciso dallo Stato? Nella vita c'è sempre la possibilità di alzarsi e farsi sentire.

Vito Lipari, Francesco Lo Sciuto, Vincenzo Panicola, Francesco Clemente, Giovanni Cascio, Vito Lipari, Vito Lipari, Marilù Gambino, Vito Lipari, Marilù Gambino, Vito Lipari, Francesco Taormina, Vaccarino Antonio, Mulè Pietro, Lo Sciuto Francesco, Li Causi Vito, Pollina Tommaso, Taormina Francesco, Commissario Ambrosetti Amindari, Commissario Zaccone Onofrio, Li Causi Vito, Leone Vincenzo, Li Causi Vito, Pompeo Giovanni, Commissario D’Amico Diego, Bongiorno Giuseppe, Commissario Turriciano Carlo, Pompeo Giovanni, Felice Errante.

Questa è la successione temporale dei sindaci alla guida di giunte che avrebbero dovuto regolare la crescita urbanistica di Triscina, approntando un piano regolatore e scoraggiando i cittadini dal costruire senza una regolare licenza. 

Non solo non hanno mai fatto niente per il Piano, ma, all'insegna del più bieco menefreghismo e dell'incivile motto "Futti futti tantu diu pirduna a tutti" e nella assoluta sicurezza dell'impunità, di cui hanno, infatti, goduto sempre, hanno sempre incoraggiato, sì, non chiuso un occhio, proprio incoraggiato i cittadini a contravvenire alla legge ché tutto, poi, si sarebbe aggiustato. 

È giusto ricordarli i nomi dei sindaci, i quali sono stati scelti tra i migliori della città, si presume, ed erano persone per bene e come tali riverite, ma, come poi si è dimostrato, politicamente incapaci e con un senso dello stato, della legge, civico del tutto assente.

Continua qui.

 

Questi i link ai miei altri articoli  su Triscina.

dobbiamo lottare per una sanatoria

 

Demolire le case di Triscina non è una priorità ed è inutile e costoso.


Vorrei vivere in un Stato dove non fosse necessario fare le cose inutili.



Hanno salito mille scale per chiedere










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