La mafia non esiste e se esiste dormivo. Parte finale
La piovra sui rioni di Palermo, di Gaspare Mutolo, ex mafioso e artista. |
In un contesto sociale dove le ventose della
piovra non si attaccano soltanto sulla coscienza dei conniventi e dei complici e simpatizzanti ma anche sulla coscienza peraltro pulita della stragrande maggioranza dei cittadini, se non altro in termini di effetti negativi subiti o di paura, non ci si può lasciare andare ad affermazioni come “Castelvetrano è fatta di gente onesta”, come moltissimi fanno.
Non è come dire che un litro d'acqua è potabile perché ci sono solo 20 grammi di arsenico, però gli altri 980 grammi sono acqua pura?
piovra non si attaccano soltanto sulla coscienza dei conniventi e dei complici e simpatizzanti ma anche sulla coscienza peraltro pulita della stragrande maggioranza dei cittadini, se non altro in termini di effetti negativi subiti o di paura, non ci si può lasciare andare ad affermazioni come “Castelvetrano è fatta di gente onesta”, come moltissimi fanno.
Non è come dire che un litro d'acqua è potabile perché ci sono solo 20 grammi di arsenico, però gli altri 980 grammi sono acqua pura?
Per
essere definita una città mafiosa quante migliaia di mafiosi
direttamente coinvolti devono esserci? 32.000?
Se
una persona è malata la gravità della malattia non sempre si giudica dalla
grandezza dell'organo o dall'estensione dei tessuti colpiti. “Niente
di grave si è solo otturata l'aorta, ma solo in un punto, qualche
millimetro, ma è morto.”
E
dato che il peculiare modo della mafia di aggredire il corpo sociale
la rende più simile al cancro con la sua capacità di espandersi che
non ad un brufolo, diventa difficile distinguere nettamente la parte
sana da quella malata. La mafia non si “schiaccia” come un
brufolo.
Non
sono forse queste affermazioni, sia pure in difesa della nostra
città, un modo per negare il problema? Diluire mille duemila mafiosi
in una popolazione di 32.000 cittadini “onesti” non è forse un
modo di annacquare la gravità di un fenomeno?
Il municipio di Castelvetrano e la nuvola di Fantozzi |
Chiedo:
se non è mafiosa Castelvetrano mi dite, per favore, quale città lo
è? Quanti devono essere gli arrestati per mafia perché un paese
possa ambire a quel titolo?
Certo
capisco che il primo cittadino (anche lui con precisione chirurgica
separa il male, solo qualche centinaio di persone, dal corpo sano,
32.000, che si “alzano al mattino per guadagnarsi il pane”), senta
tra i suoi doveri anche quello di difendere il buon nome del proprio
paese,
ma non sarebbe più urgente ed efficace difenderlo da ciò che
provoca la cattiva nomea?
A
Castelvetrano nascono delle furibonde polemiche su come si debba
chiamare la lotta alla mafia. Lotta all'illegalità preferiscono
molti. Alcuni addirittura si rifiutano di partecipare a una
manifestazione che si definisca contro la mafia.
E, diciamo la verità, fa anche meno paura di mafia:
“eh! Addirittura lotta alla mafia! Manco fossimo nella
terra di MMD.”
Non
è forse questo un segno della volontà di molti
di dimenticare che
esiste un problema che è particolare,
un segno del desiderio, non
legittimo purtroppo, di molti Castelvetranesi che la propria città
non venga definita mafiosa?
E
dato che “l'illegalità
esiste dappertutto”
e “le
mele marce sono
ovunque”
e "Tutto
il mondo è paese" ci
sentiamo più in pace con la nostra coscienza.
Facciamocene
una ragione: noi abbiamo un'illegalità speciale a Castelvetrano che
si chiama Mafia e non è come qualsiasi altra illegalità. Ci sono
tante criminalità e tante criminalità organizzate e ognuna ha il
suo nome, come le malattie, per poterle individuare precisamente e
affrontarle con una lotta mirata e con cognizione di causa. La mafia
non è la triade né si può univocamente identificare con l'evasione
fiscale o con la frode o la corruzione o con l'omicidio. La mafia è
tutto questo ma è anche di più, considerata la sua strutturazione
in organismi e sottorganismi che obbediscono a una logica di potere e
a delle regole che consentono la massimizzazione dei profitti per la
sua vita parassitaria.
È cambiato molto dagli anni '70?
Sì, l'antimafia ufficiale,
intesa come organismi statuali creati
proprio per la riconosciuta necessità di un impegno più incisivo da
parte dello Stato. Quando le idee vengono istituzionalizzate, anche
quelle migliori, è come se si seccassero delle originarie spinte, e
diventano altro da sé e vuoti rituali e inutili fardelli
burocratici, e restano solo come alibi per la sostanziale inerzia
dello Stato. Al contrario delle idee spontanee, quelle istituzionalizzate
diventano infiltrabili come qualsiasi istituzione.
E succede, quindi, che molti
sull'antimafia di professione costruiscono la loro carriera politica
e la loro fortuna.
E succede così che, nel tempo, si sia
ghettizzata l'antimafia in una vuota liturgia di fascista memoria:
manifestazioni scolastiche, convegni, commemorazioni di dubbia efficacia e capacità educativa.
E succede anche che sia diventato
trendy costituire delle associazioni antimafia ( sono più di
duemila) la cui unica ragione sociale è “lucro” e presentarsi
parte civile a tutti i processi contro la mafia per
avere lauti
risarcimenti, e poi “fondazioni” e “onlus” e “comitati” e
“enti di promozione sociale” per attingere al 5x1000, ai fondi
POR e PON. Si tratta di milioni di euro che circolano nelle mani di
non si sa chi. E dove ci sono soldi potete star certi che c'è anche Lei, la signora Mafia.
E
succede che sindaci di giorno partecipino, con la fascia tricolore,
alla manifestazione antimafia e di notte si scusino e ordiscano le
loro trame con gli “amici” mafiosi. Per saperne di più vi
rimando a un esauriente articolo sull'argomento: http://bit.ly/2sTfwQG
Naturalmente
non tutta l'antimafia ufficiale è da buttare,, ma quasi. Ci vorrebbe
una drastica “scerbatura”.
Poi
c'è un'antimafia, quella fatta da coraggiosi singoli o gruppi che
agiscono in condizioni di difficoltà e pericolo, quella costituita
da tanti giornalisti e blogger spesso lasciati soli nella loro lotta
quotidiana e a cui sono grato.
Molti
sfruttando questi abusi, certe carenze, l'infiltrazione
dell'antimafia ufficiale, si partono lancia in resta contro di essa
anche se nella loro vita non hanno trovato mai il tempo di dire una
sola parola contro la mafia, e mai la diranno.
Io
non ho molta voce e quella che ho la userò sempre contro la mafia e
non contro quelli che, in qualche modo, la lottano. Se sbagliano li
correggeremo. Se poi sono infiltrati dalla mafia combatteremo
comunque la mafia non l'antimafia.
Le
resistenze più forti allo sviluppo di una coscienza antimafia nei
giovani non vengono dai mafiosi e company! No! Infatti cosa
potrebbero qualche decina di mafiosi contro la coscienza e la forza
morale di 32.000 cittadini onesti? Non ci sarebbe storia!
Illumina i miei passi |
Sì,
è vero, abbiamo quelli che si farebbero trent'anni di carcere per
rendersi utili a Mattè. Nella nostra città si potrebbe fondare più
di un fan club di MMD. Abbiamo quelli che vanno a profanare la tomba dell'infame che s'è venduto al nemico (lo Stato).
Quelli che
diligentemente e prontamente rimuovono o oscurano qualsiasi manifesto
antimafia. Sì è vero, però
fanno il loro mestiere di mafiosi!
No, gli ostacoli più grossi allo sviluppo di una coscienza antimafiosa vengono frapposti dalla cosiddetta parte sana della popolazione,
quella che dovrebbe, senza esitazione, stare da una parte e solo da
una parte. I ruoli di questi inconsapevoli “guastatori” sono
variegati: ci sono i “negatori”, i “minimizzatori”, gli
“azzeccagarbugli”, i “codardi” ( tra cui senz'altro mi
annovero io) gli “elogiatori di tutte le cose buone di
Castelvetrano” ( G. Gentile, Selinunte, il pane nero, la fontana
della ninfa, il Principe, il mare, giusto per sintetizzare). Assestano, senza averne l'aria, i più micidiali colpi alla lotta alla mafia in buona fede,
partendo, magari, da intenzioni lodevoli.
Genera
tristezza ma anche rabbia pensare a quelli che, per un malinteso
senso dell'onore, vogliono difendere la propria città, ma finiscono
con la patetica difesa dell'indifendibile. Vittime di un infantile
sentimento di diniego: “se chiudo gli occhi non mi vedono” e …
la mafia non esiste.
Precedente: La mafia non esiste. Parte terza.
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La mafia, prima di essere un'organizzazione criminale, è un modo di pensare, che è ben lungi dall'essere ristretto ad un gruppo di...escrementi che praticano attività criminali violente. La mentalità mafiosa è quella che pretende la raccomandazione persino per saltare la fila allo sportello; è quella che posteggia di sbieco o in doppia fila ( pur avendo lo spazio per posteggiare), perché gli fa comodo e poco importa se crea intralcio; è quella che ti guarda male se chiedi lo scontrino; è quella che costruisce abusivamente...Se tutto questo non esistesse, non avremmo mafiosi seduti in parlamento che dettano legge al popolo.
RispondiEliminaNon se la prenda, Marcello, ma definire la mancanza di senso civico e le altre illegalità più o meno piccole "mafia" la inserisce di diritto nella categoria delle persone per bene che "minimizzano" rendendo un servigio alla Mafia.
EliminaPani pani, vinu vinu....
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