La gloriosa Arma non ha bisogno di difese a buon mercato che fanno più danno alla sua immagine che altro.


Questa mia è la risposta a un post del Colonnello Salvino Paternò il cui link è questo.

Colonnello Salvino Paternò, l'unico che qui si impanca a giudice di una cosa di cui non sa nemmeno come sia andata, come tutti noi, d'altronde, è lei. L'unico che ha già deciso chi ha ragione e chi ha torto. È lei che si è autoproclamato giudice, ha fatto l'istruttoria, ha fatto il PM e la difesa e ha aperto e chiuso il processo con la condanna assoluta di un ragazzo di quindici anni e l'assoluzione del ragazzo di ventitré anni che va a passeggiare con la pistola d'ordinanza, come un bullo di periferia porta il coltello in tasca. Ha fatto tutto lei. 


Non non mi meraviglio neanch'io che si possano scrivere tante minchiate attingendo alla più trita e falsa retorica su sacrificio, onore, impegno e fedeltà. No, ci sono abituato. Conosciamo questa orrida narrazione fascista delle forze armate. Non solo i carabinieri, per fortuna pochi, possono essere paragonati a dei delinquenti, ma, spesso lo sono, dei delinquenti. Lei non ci incanta con le sue parole vuote e fasciste. 

Il problema, mio caro colonnello Salvino Paternò, non è quello che rileva lei, non solo, almeno. Ce n'è un altro molto più grave e tragico: è morto un ragazzo. Una vita se n'è andata prima di sbocciare. L'altro problema è la sua aprioristica difesa di qualsiasi cosa possa fare un carabiniere. Dal tono della sua difesa appassionata e retorica, potrei quasi giurare che lei, signor colonnello Salvino Paternò, due anni fa, quando quei due carabinieri stuprarono le due turiste americane, sia stato tra quelli che, anche in quell'occasione, si affrettarono a postare su Fb solidarietà "preventiva" ai due delinquenti. Carabinieri delinquenti che, infatti, sono stati condannati in questi giorni e cacciati a pedate nel sedere, com'era giusto che fosse, dall’Arma. Chieda scusa per il post di due anni fa, se l'ha fatto, e anche per questo di oggi. 

Nessuno è in grado in questo momento di dire come si siano svolte le cose. Ci vuole un'indagine, perché le cose non sono ancora chiare. Chiunque dovrebbe, però, farsi venire dei dubbi quando sente che gli ha sparato non un colpo, così che quello colpito si alza e fugge o rimane ferito a terra e allora lo si arresta, non due, magari col primo aveva fallito e ci riprova, non tre, non doveva essere granché come tiratore, ma ben quattro colpi. 4. Uno, due, tre, quattro. Forse io vedo troppa televisione ma a me non suonano come legittima difesa quattro colpi d'arma da fuoco a distanza ravvicinata. Posso sbagliarmi, ma, certo, mi guardo bene dal dare incondizionata e aprioristica solidarietà a un carabiniere solo perché è un carabiniere. Aspettiamo di sapere come sono andate le cose e poi ci sbilanciamo. Un delinquente merita il carcere, non la morte, signor colonnello Salvino Paternò. 

Questa insensata posizione di aprioristica difesa di qualsiasi cosa possa fare un carabiniere, anche uno stupro, è qualcosa che solo dei fascisti nati e cresciuti possono avere. Nessuno che ami la democrazia può augurarsi che un carabiniere, solo perché carabiniere, la passi franca anche se ha commesso un reato. L'arma dei Carabinieri è un'istituzione troppo importante e gloriosa perché possano valere le stesse regole di omertà e di copertura di comportamenti inaccettabili di una qualsiasi banda criminale o del parlamento che ha inventato l'immunità per lasciare impuniti i reati da loro commessi. Mi dispiace, ma non è un modo sano di ragionare. Da un carabiniere, molto

più che da un comune cittadino, ci si aspetta, proprio per la responsabilità che ha dell'onore dell'arma, un comportamento irreprensibile e al disopra di ogni sospetto o dubbio. Dovrebbe essere preoccupazione di ogni carabiniere, specie se è un alto grado, che l'onore, la dignità, la storia dei Carabinieri non venga messa in questione dal comportamento non corretto se non, addirittura, criminale di alcune mele marce. È segno di civiltà saper individuare e punire chi infanga l'arma. Se no, fate come la chiesa quando difende e protegge i preti pedofili.
"A prescindere" si può stare dalla parte dei figli e persino in quel caso è discutibile. Non dalla parte di chi ha, forse, commesso un reato. 
Lei, signor colonnello Salvino Paternò, non ha impressionato nessuno con la sua patetica difesa dell'arma, la quale non ne ha bisogno. La gloriosa Arma non ha bisogno di queste difese a buon mercato che fanno più danno alla sua immagine che altro. La Benemerita sa benissimo che il miglior modo di difendere l'onore dell'arma è fare una scrupolosa cernita delle mele marce. La "Sempre fedele nei secoli" sa che non bisogna mai arrendersi alla criminalità che abbia la faccia di un giovane carabiniere o quella di un ragazzo abbandonato dalla società. 
Mi stia bene.

Commenti

Post popolari in questo blog

Cinque (anni di) Stelle.

Signor sindaco Enzo Alfano, eppure quando vuole riesce anche lei a mostrare tratti da gentiluomo

Scandalosa PrimaPaginaCastelvetrano!