La querela temeraria è diventata un must per politicanti
I giudici hanno respinto la richiesta di risarcimento avanzata da Papania nei confronti del giornalista del Fatto quotidiano, Marco Bova, colpevole, secondo "l'impresentabile", di avere inserito, in un articolo in cui parlava della condanna a lavori di pubblica utilità dell'ex sindaco di Alcamo Giacomo Scala, una foto che ritraeva quest'ultimo con l'ex senatore, dimostrando, sempre secondo il condannato in via definitiva per abuso d'ufficio Papania, la volontà di accostarlo alla vicenda. Non sono riuscito a trovare l'ammontare del risarcimento chiesto da Papania ma lo scoprirò.
L'ex senatore del Pd è adesso capo indiscusso del più abominevole movimento clientelare che si sia mai visto, il Vìa a cui aderiscono, in cerca di migliore fortuna politica, politicanti che non hanno a cuore le loro idee, in appoggio al governo fascio-leghista di Musumeci.
Vi
aderiscono comunisti "spugghiati", socialisti da strapazzo,
fratelli d'italia, leghisti, fascisti, forzitalioti, e gente
politicamente allo sbando alla ricerca di un boss.
Questa
ammucchiata selvaggia e scriteriata viene dai partecipanti spiegata
all'unisono (hanno imparato il politichese giusto!) con la necessità
e la bontà di una "sinergia politica"! Mentre è solo
sinergia di interessi elettorali. Mi chiedo cos'abbiano nel cervello,
a cosa pensano quando dei forzitalioti si uniscono a dei comunisti,
dei socialisti a dei fascisti alla ricerca di sinergia politica! Il
mio cervello rabbrividisce.
Non è la prima volta e non sarà
l'ultima che il senatore Papania quereli "temerariamente"
giornalisti che non gli piacciono. La querela temeraria è diventata
un must per politicanti che hanno tempo da perdere appresso a beghe
tribunalizie, che vogliano mettere a tacere voci libere del
giornalismo, e confidando in cospicui risarcimenti a fronte di
nessuna penale se hanno torto, a rischio zero. Se vincono incassano
una vagonata di soldi, se perdono non pagano niente, al più le spese
processuali. È una grande comodità. Il giornalista che non ha i
mezzi e gli avvocati di senatori ed ex senatori, che vive del poco
che gli viene dallo scrivere, quasi niente, facilmente viene
intimorito e rovinato da questo tipo di azione legale.
Questa è
una delle tante vergogne della legge italiana che la classe politica perpetua senza mostrare alcuna reale volontà di cambiare. Sono anni che si chiede una modifica introducendo una pena(le) congrua, almeno
consistente con il risarcimento chiesto, per il querelante che perde
la causa. Giusto per scoraggiare questa pratica vergognosa messa in
atto dalla politica contro i giornalisti scomodi.
L'ex senatore
PD, adesso alla corte di Musumeci, ha minacciato persino me che
giornalista non sono e raggiungo con i miei post un centinaio di
persone al più.
Per un post in cui criticavo la decisione di
Martire, Viola, Stuppia e Milazzo di aderire al suo movimento Vìa, si sono
fatti vivi, in rapida successione: prima la presidentessa di "bersaglio
città", non gli interessati che non si sono mai fatti vivi!, la quale
mi offendeva, mettendo in dubbio persino la mia integrità morale:
«... lei cosa ha mai fatto a Castelvetrano, qual è il suo percorso
politico, quali azioni da persona perbene ha mai compiuto per i suoi
concittadini?», una certa Dangelo che innumerevoli volte minacciò in quell'occasione di denunciarmi. E poi il deus Papania che pure tra minacce, «... risponderà nelle sedi oppurtune!», e inviti
alla "serenità" mi insultava nel suo indigeribile
politichese.
Digitate su google querela temeraria se volete
sapere della gravità del fenomeno!
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