Da noi i giornalisti sono i carabinieri, "che, indefessi, continuano senza sosta la lotta alla criminalità e allo spaccio di stupefacenti", i portavoce di partiti e movimenti.


Sono stato troppo duro con quel ragazzo che ha realizzato il video
servizio al cimitero? (Qui il link) Forse!
In fondo, è solo uno dei molteplici esempi di giornalismo inginocchiato
e insipido che abbiamo a Cvetrano.
Intendiamoci, le mie critiche se le merita tutte,
anche se forse non meritava questa piccola ribalta.
Uno che fa o si appresta a fare giornalismo e, quindi,
usa le parole come strumento di lavoro deve dedicar loro la giusta attenzione.
Di ogni parola che si usa si deve conoscere l'esatto significato.
Con le parole si fanno le cose,
le parole diventano cose…
Non si può usare "imprinting" solo perché suona bene e "si pensa" che sia lo stesso che impronta. Bisogna sempre verificare ogni parola, soprattutto se è straniera. Questa è leggerezza, che può essere accettata da parte di chi non lavora con le parole, non da scrittori, giornalisti o poeti. Poi, un infortunio può sempre capitare.
Ma questo sarebbe ancora niente rispetto ai contenuti che chi fa informazione
deve veicolare. Uno che va a intervistare il sindaco, degli assessori,
dei consiglieri che vanno a pulire il
cimitero vantandosi di stare facendo qualcosa di importante per la città e che, per questo, sono stati criticati da una parte dei cittadini, i quali si sono chiesti il senso di questa iniziativa, dal momento che loro stessi sono i responsabili del funzionamento e della pulizia del cimitero e li hanno accusati di fare demagogia, non deve portarsi anche queste domande sottobraccio? No. Ha imparato quattro parole, che magari gli suonavano alte, riguardanti la "restituzione ai cittadini di un luogo di sacralità e preghiera e sulla voglia di riscatto che animava i volontari nonostante le condizioni di tempo avverse" e si avvicinava a tutti gli intervistandi con queste parole.


Che cosa gli avrebbe impedito di chiedere, per es.:
"Alcuni dicono che si tratti di demagogia e che avreste dovuto
mandare i pulizieri che avete alle vostre dipendenze al comune.
Cosa rispondete a queste accuse?"


Perché è impossibile porre qualsiasi domanda che non sia più che "tappetino",
più che accondiscendente e servile nei confronti di chi comanda?
Non mi sono mai piaciute le interviste in ginocchio che fossero quelle
di Gianni Minà a Fidel
Castro o quelle di Bruno Vespa a Berlusconi. Ma almeno quelli, in ginocchio, fanno una fortuna, al contrario dei nostrani che, in ginocchio, prendono solo l'ostia della benevolenza dell'intervistato di turno. Capisco che il problema del servilismo nell’informazione non è un problema solo nostro, ma mondiale. A me sembra ovvio che in Turchia i giornalisti abbiano poche scelte. Lo stesso non si può dire dell’Italia, che, sebbene sia tra gli otto grandi del mondo, risulta al 49° posto per la libertà della stampa.
Se poi focalizziamo lo sguardo su Castelvetrano è semplicemente una tragedia. Qui la censura la fanno i "giornalisti" su se stessi. Autocensura. Una grande comodità per il potere!
Castelvetranonews, castelvetranoselinunte e gli altri sono solo,
e penosamente, dei raccoglitori di veline, anche se loro,
con un po' di megalomania, si definiscono “aggregatori di notizie”,
che a me sembra persino esagerato.
Fanno il lavoro che facevano i giornalisti nostrani prima di internet,
corrispondenti si chiamavano. Fanno il giro, virtuale adesso, cominciando
dalla questura per continuare con i carabinieri e, poi, tutte le sedi di partiti, movimenti e associazioni ... per intervistare?, … per fare domande scomode?, ...per approfondire?, ...per fare inchieste?, macché! Vanno a ritirare veline, comunicati che si limitano a pubblicare sul loro aggregatore di notizie. Da noi i giornalisti sono i carabinieri, "che, indefessi, continuano senza sosta la lotta alla criminalità e allo spaccio di stupefacenti", i portavoce di partiti e movimenti. Così veniamo informati che

"Il Popolo della Famiglia ringrazia per il sostegno e si prepara a nuove sfide"

che "Esserci" c'è e si è riunita e così via annoiando.

Ma è ancora peggio di così, perché se qualcuno si permette di criticare polemicamente uno di questi comunicati l’ir-responsabile di castelvetranoselinunte, si arroga il diritto, che lui pensa sia giusto e irrinunciabile, di censurarlo.  Censurare un proprio lettore! Per non parlare di quei rari giornalisti che, come dicono gli Inglesi, pensano fuori della scatola, che sulla stampa locale non trovano posto. Troppo polemici. Per un articolo,
giudicato da lui, troppo polemico ( "per evitare di trasmettere attraverso CastelvetranoSelinunte.it un messaggio che poteva essere viziato dalle considerazioni estremamente personali (sic) dello stesso Egidio.") Egidio Morici venne, senza tanti complimenti, licenziato dall’ir-responsabile di castelvetranoselinunte, occhio d’aquila e saggio del villaggio. Secondo lui i suoi lettori non sono in grado di distinguere l'opinione di Morici da quella di Leone e quindi...! Dove scrive Egidio Morici, una delle penne più argute e serie di Castelvetrano? Su una testata di Marsala. Andate a leggere le giustificazioni del censore in erba. Vi farete delle risate, se non piangerete. Questo il link
Così succede che castelvetranonews pubblichi le smentite dei vari capetti locali, ma non è dato di sapere le notizie o le polemiche che quelle smentite hanno provocato. I lettori di castelvetranonews, per esempio, hanno saputo di un servizio di S. Ruotolo, in cui adombrava dei sospetti sulle frequentazioni giovanili dell’onorevole Lo Sciuto, un servizio malfatto e insinuante senza prove, solo quando il giornale ha pubblicato una smentita-protesta dello stesso on. Lo Sciuto.  Il servizio di Ruotolo hanno dovuto vederlo altrove. Era sconveniente pubblicarlo su castelvetranonews?


Quando due anni fa il comune fu sciolto per infiltrazioni mafiose,
pensate che questi aggregatori di notizie, presi dalla curiosità di sapere,
di approfondire, turbati per un fatto di una gravità inaudita,
in preda a orgasmo da scoop si siano precipitati per strada a
raccogliere opinioni, impressioni dei cittadini.
Pensate che gli sia passato per la testa di andare a
chiedere agli interessati, ai responsabili oggettivi dell’accaduto,
il loro pensiero, a sollecitare una difesa qualsivoglia?
Assolutamente no. Questa è roba per giornalisti,
non per aggregatori di notizie, il cui unico scopo è,
quando vengono a mancare i sussidi municipali,
raccogliere pubblicità e guadagnarsi una pagnotta,
anche se un po' acida.

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