La proposta dell'ineffabile Ministro delle Interiora di concedere dei crediti formativi a chi dona il sangue non è solo insana e illiberale ma anche vergognosa. Vi dico la mia!





Io sono contrario a qualsiasi incoraggiamento alla donazione di sangue che crei discriminazione! Qualsiasi. Così come sono, in linea di massima, contrario a qualsiasi obbligo o invito-obbligo.

Il ministro delle interiora salvini,
donatore di sangue.
Con un braccio salva delle vite,
con l'altro le affonda.


La proposta dell'ineffabile Ministro delle Interiora di concedere dei crediti formativi a chi dona il sangue non è solo insana e illiberale ma anche vergognosa. E quelli che, per patologie varie, non possono donarlo non verrebbero così discriminati?
Qualcuno potrebbe obiettare che si potrebbe individuare queste persone impossibilitate a donare e concedere i crediti formativi anche a loro. 
E allora quelli le cui ragioni non sono una patologia, ma un disagio psicologico, una convinzione religiosa, una scelta esistenziale, una filosofia di vita o qualsiasi altra, sono forse cittadini di serie B?



Riepilogo i vari casi.
  1. tu doni = ti premio;
  2. tu non doni perché hai una patologia che non te lo permette = ti premio (perché si dovrebbe premiare chi non può fare una certa cosa mi è incomprensibile);
  3. Tu sei un testimone di Geova che per le tue convinzioni religiose non doni il sangue? = Peggio per te, perché questa non è una ragione concreta! Discriminazione.
  4. Tu sei uno che non va neanche per sé a farsi tirare qualche fialetta di sangue perché ti impressiona moltissimo anche la sola vista del sangue? = Peggio per te! Niente crediti formativi! Discriminazione. Mi chiedo se varrebbe, in questo caso, un certificato dello psicologo che attestasse l'incapacità del ragazzo a superare questa condizione psicologica! E, allora, tutto diventerebbe una farsa all’italiana.
  5. - Sei uno che per proprie convinzioni filosofiche o esistenziali non vuole donare il sangue = Che m'interessa delle tue convinzioni! Niente crediti formativi. Discriminazione.

Che lo Stato debba entrare in casa mia mi sembra una cosa in contrasto con i principi liberali che guidano i miei pensieri. Che lo stato debba farmi la radiografia al cervello o un check-up mirato a scoprire se io ho una ragione "concreta" per non donare il sangue è una cosa che mi fa rabbrividire. Io non dono il sangue per un qualsiasi motivo che non sono tenuto a spiegare a nessuno tranne che alla mia coscienza. E questo non mi deve discriminare rispetto ad altri che per motivi loro (qualsiasi) decidano di donarlo.


Che lo stato debba andare ad indagare dentro la mia testa, dentro il mio corpo, dentro la mia anamnesi, dentro le mie convinzioni, che possono essere di natura religiosa o di filosofia di vita o qualsivoglia tipo, per creare semplicemente delle discriminazioni tra cittadini che, invece, devono sempre essere tutti uguali, mi fa orrore. 
Io che sono stato un donatore di sangue da quando avevo vent'anni, che sono vaccinato contro tutto, che ho fatto vaccinare le mie figlie contro tutto, che sono favorevole alle vaccinazioni, io sono contrario all'obbligo delle vaccinazioni, che c'è solo nei paesi totalmente o parzialmente dittatoriali come la Russia, checché dica Burioni dell’effetto gregge, così come sono contrario all'invito-obbligo a donare il sangue. 
Se quest'invito-obbligo fosse stato introdotto quando avevo vent'anni e donavo il sangue avrei smesso di farlo solo per non suscitare negli altri e in me stesso il dubbio che lo facessi per il credito formativo: che cosa umiliante per l'amor proprio di chi crede che la donazione deve sempre nascere spontanea, dal cuore e non per un profitto. Le ragioni per non donare il sangue non devono essere concrete. Devono essere solo personali e non devono dare luogo ad alcuna discriminazione.




Diverso è il discorso di compensare i donatori con dei soldi o con delle agevolazioni sull'orario di lavoro per i donatori o con un'assenza giustificata a scuola, così come si fa in America (USA). Anche in Italia, attualmente, sono previste alcune di queste agevolazioni nel protocollo d'intesa tra l'AVIS e il ministero della pubblica istruzione. In quel caso non si creano discriminazioni di sorta, se si considera che donare sangue richiede tempo e che si può donare poco o molto sangue e che il sangue ha un valore. Ma barattare la donazione con un credito formativo non mi sembra un insegnamento degno di essere impartito nelle nostre scuole.
Lo stato deve fare il suo lavoro cercando di interferire il meno possibile nella sfera privata del cittadino, la sfera della camera da letto, la sfera del pensiero, delle convinzioni religiose, la sfera della sua psicologica unicità. Lo stato paghi per avere il sangue dei cittadini. Pagare inteso sia in senso stretto, sia come spese di campagne di sensibilizzazione dei cittadini rispetto a una cosa, la donazione di sangue, che è importante per tutti perché tutti possiamo averne bisogno. Campagne a tutto spiano.
Fatte bene e in maniera continua per convincere quelli che possono ma non sono convinti, quelli che vorrebbero ma hanno paura dell’ago e della vista del sangue. Destinare somme che paghiamo noi cittadini, anche quelli che per un motivo qualsiasi non lo donano, a questi battage. Questo sì che è accettabile e non crea discriminazione alcuna e fa contribuire tutti se non con il sangue almeno coi soldi.

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