Riflessioni sul flop dell'operazione "Artemisia".




Girano su facebook dei post di alcuni cittadini che esprimono il loro sdegno, la loro rabbia contro i pubblici ministeri che hanno messo su l'operazione Artemisia, che si è giuridicamente sgonfiata. Leggo dichiarazioni di avvocati di imputati in quella operazione costretti a piroette linguistiche (è il loro mestiere) per far combaciare la non rilevanza penale di un comportamento con l'innocenza. "L'ordinanza restituisce ai castelvetranesi la certezza che non tutta la politica del passato fosse disdicevole e comunque non penalmente rilevante." 

Rimandiamo a un altro momento o post una riflessione sulla necessità di mettere mano a una seria riforma della magistratura, che ha poteri enormi che vanno in qualche modo disciplinati per ovviare a evidenti storture.

Adesso, consultate le vostre coscienze, "onesti" cittadini castelvetranesi! 
Non è ironia. Purtroppo si tratta di persone oneste, in genere, a conferma del mio pensiero che se la mafia, o il malcostume in generale, è così potente lo dobbiamo più alle persone oneste che ai mafiosi stessi  e ai corrotti.
Che non ci sia rilevanza penale in certi comportamenti, non significa affatto che non fosse, comunque, uno "schifo"!!!
Sembra che questi cittadini, per stabilire se un certo malcostume sia da condannare oppure no, aspettano che i giudici si pronuncino con una condanna. Se la condanna non arriva allora non è malcostume.

Io non sono un giudice che, per mettere in galera un delinquente, lo deve provare oltre ogni ragionevole dubbio. Io cittadino, che non ho gli occhi bendati, so chi è o non è mafioso, chi è onesto o non lo è, chi è un traffichino e chi no, chi tiene comportamenti riprovevoli, anche se giuridicamente inattaccabili, e mi regolo di conseguenza. Non potrò certo metterlo in galera, che a me non serve, ma lo terrò lontano dai miei ambiti personali. Non riesco a ricordare quale giudice, se Borsellino o Falcone o chi, abbia espresso mirabilmente questo semplice concetto, questo auspicio di non contiguità con persone losche anche se non condannate.
Per aver commentato così il post di uno dei miei contatti, mi è stato dato dello "stolto" e "mi quereli pure" e "pagherei per darle dello stolto", altri mi hanno dato del "cafone oltre che ignorante", un altro "Forse il Sig. La Rocca ha moralizzato a sufficienza il suo paese, tanto da ritenere opportuno di liberare dalla Mafia il nostro nonché ogni cittadino ironicamente “onesto” che lo abita. Attendiamo ulteriori perle di onestà e saggezza, giù dal Suo pulpito però, in strada, insegnandoci la legalità. In attesa, saluti cordiali...e ONESTI." Ancora: "Allo “schifo” si risponde dentro le urne e non augurandomi giustizialismo fasullo, se non c’è rilevanza penale loro si candidano e io non li voto."
Non li voti? Ma se sei loro amico!


Io non mi rivolgo alla giustizia perché stabilisca se io sono stolto oppure no.
Io so con chi ho a che fare, quindi, se un tipo come lei mi da dello stolto per me è pura benemerenza. Stia sereno.
La simpatia di certa gente per i comportamenti aberranti è, almeno, sospetta. Io non ho bisogno che sia la magistratura a dirmi chi è degno della mia fiducia e chi no.  Il voto. poi, è il mezzo preferito della mafia per farsi beffe della magistratura.

‘La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione.’ G. Falcone.

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