"Spera non venga mai il tuo turno di trovarti dalla parte sbagliata del mondo, solo contro la società..."


 

 

Questa frase di un complottista-novax ci dice tutto del profilo psicologico di un tipico negazionista. Non voglio lanciarmi in analisi della psicologia del negazionista, su cui esiste una letteratura più che abbondante e accessibile anche ai negazionisti, e di cui non voglio improvvisarmi un esperto. Ma chiunque può vedere in questa frase il brivido di piacere, la scossa adrenalinica, lo sballo mentale che prova chi la pronuncia.


"Solo contro tutti" suscita immagini di eroismo, Sansone contro i filistei, Gesù contro il potere, Ercole, Leonida alle termopili, Custer a Little Bighorn. A essere soli contro il mondo ci si sente degli eroi, ci si sente dalla parte giusta. Tutti gli altri da una parte della barricata e tu dall'altra a combattere eroicamente contro una massa di stupidi boccaloni che non vedono il complotto mondiale in atto per renderli schiavi: schiavi di big pharma, di bill gates, dei grandi poteri occulti che assoggettano e controllano, creando all'occorrenza dei virus, il globo intero dalla Cina all'Inghilterra dall'America alla Russia, dal Brasile al Madagascar. Considerando che "un segreto tra tre persone è al sicuro solo se due sono morte e l'altra pure" si fatica a capire come si possano ordire complotti della fatta che piace ai negazionisti. Complotti che avrebbero bisogno, per essere attuati a livello mondiale di un numero così alto di persone unite nel "segreto" da renderlo del tutto inverosimile. Ma i negazionisti sono tali perché negano ostinatamente la realtà. Negherebbero anche questi concetti banali ma veri.

Ai tempi della spagnola.


Bisogna ammettere che dev'essere una scarica adrenalinica meglio di mille orgasmi. Si sentono potenti, invincibili, loro che non sono mai stati calcolati nella vita dalla società contro cui adesso si schierano. Una vita ai margini la loro, in cui l'unico modo di distinguersi, di emergere, di farsi notare, di avere una rivalsa è sparare le minchiate più grosse, e più grosse sono e più provocano la ripulsa di quella società che non li ha mai apprezzati, aumentando il loro piacere di essere contro. La reazione di rifiuto che provocano li rassicura ed è una conferma del loro delirio: "Visto? Ho toccato un nervo scoperto, vuol dire che ho ragione!".


 

 

Certo "solo contro la società" è un'esagerazione di cui si rende conto anche un negazionista. Infatti sa di non essere solo, perché se pensasse davvero di esserlo si spaventerebbe. Sa che tanti altri, sia pure una minoranza, condividono le sue idee (?) e il suo atteggiamento. Ma l'essere "pochi" è indispensabile per creare un'epopea da Davide contro Golia! Si sentono parte di un'élite che al contrario dell'uomo-massa riesce a smascherare i complotti. 

 


Persone bisognose di certezze, di affetto, di cultura, che mancano degli strumenti mentali che li aiutino a gestire la complessità del reale? Lasciamo che i negazionisti vadano a vedere di persona ciò che scrivono di loro gli psicologi e gli psicologi sociali (anche loro, naturalmente, parte attiva del complotto megagalattico), non certo nella speranza che cambino idea, che, è dimostrato, è impossibile, ma perché mi risparmio la fatica di ricordarglielo.

«Negare l'evidenza e cercare un colpevole per ciò che non si comprende - dice lo psichiatra Mencacci - è una riproposizione di schemi infantili che la nostra civilta' ha vissuto per millenni quando non avevamo gli strumenti per comprendere e quindi cercavamo spiegazioni in uno spazio invisibile che si popolava di diavoli, streghe, fantasmi. Poi abbiamo compreso che quel mondo invisibile e' visibile con altri strumenti e cosi' abbiamo scoperto l'esistenza anche di cose che ci sono pur non percependole con i nostri sensi. È così che, ad esempio, abbiamo scoperto l'esistenza dei virus e abbiamo fatto un salto cognitivo, utilizzando tecnologie che ci permettono di andare al di la' dei nostri strumenti naturali. Questa è la Scienza, il resto è  fermarsi molto prima» 


 
Come ha detto qualcuno, non mi ricordo chi, riassumendo in qualche modo le cose dette da me, "sono dei bastian contrario. Si divertono così..." e si consolano con frasi del tipo "la ragione è sempre stata di pochi, me ne farò una ragione e, le garantisco, riderò per ultimo.", che non fanno altro che rafforzare la mia teoria dei "pochi ma buoni" tra cui si elegge. Uno vorrebbe ricordargli che anche i cretini totali sono pochi e non sono "buoni", ma a che serve?

 


 

 

 

 

 

 Se solo si volessero più bene!! Che non si vogliano bene lo si deduce anche dal fatto che godono nel dire cose che sanno che li renderanno odiosi agli occhi dei più. Essere incompresi fa parte della loro narrzione malata.

Solo uno che non si ama gode nel farsi odiare.

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